Ormai è un problema di ordine pubblico, ma anche un dramma sociale, quello dei campi nomadi abusivi di Olbia.

Dopo i primi due sequestri di appezzamenti di terreno dove sono state collocate roulotte e case prefabbricate, la Polizia locale della città gallurese ha segnalato alla Procura della Repubblica di Tempio altre venti persone. Sono stati individuati nuovi siti occupati da almeno cinque nuclei familiari.

Le aree si trovano a ridosso del centro abitato di Olbia, in zona agricola e sottoposta a vincoli per il rischio idraulico. In alcuni casi i campi rom abusivi si trovano pericolosamente vicini ai canali cittadini, gli stessi corsi d'acqua esondati durante le alluvioni del 2013 e del 2015.

La magistratura, nelle ordinanze di sequestro, ha specificato che il provvedimento deve essere eseguito subito e non prevede la permanenza delle persone all'interno dei campi.

Il problema è che lo sgombero dei siti è impossibile, almeno per ora. Infatti le famiglie rom non trovano immobili in locazione o altre soluzioni per lasciare le loro casette prefabbricate.

I microcampi abusivi sono nati nel corso del tempo, man mano che i rom lasciavano il campo comunale di Sa Corroncedda, diventato una grande discarica a cielo aperto e ora definitivamente chiuso.
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