Anche nell'Isola primo giorno di scuola dopo 200 giorni, una settimana dopo la partenza in gran parte d'Italia.

C'è voglia di normalità per il ritorno in classe di 196mila bambini e ragazzi in tutta la Sardegna. Certo ci sono le mascherine, le regole da osservare, le mani da disinfettare, ma è pur sempre scuola. E più che la paura, prevale l'emozione.

"Ricominciamo con grande entusiasmo, sia da parte nostra che delle famiglie", sottolinea Maria Marcella Vacca, preside dell'istituto di via Stoccolma di Cagliari dove suonano tre campanelle: alle 8.20 e alle 8.30 per far entrare i più grandi, alle 9.30 per chi comincia per la prima volta l'avventura tra i banchi di scuola. "È come una rinascita - dice la dirigente -. Abbiamo avuto le scuole deserte dal mese di marzo, è evidente che il nostro spirito adesso sia alto. La speranza è di poter rientrare a vivere la scuola come l'abbiamo sempre conosciuta, anche senza quelle protezioni che oggi dobbiamo rispettare per garantire la sicurezza dei tutti".

Le maestre di via Stoccolma accolgono i piccoli studenti come se fosse un giorno di festa: "L'emozione di rivedere i bambini a scuola e di ritrovarsi con i colleghi fa dimenticare anche le incertezze del momento - racconta Antonella Demontis - Questa è la giornata della felicità".

"La cosa più difficile - ammettono i genitori all'ingresso di una scuola elementare di Cagliari e una media di Selargius - è far capire ai nostri figli che la mascherina va indossata tutte le volte che manca la distanza di sicurezza".

E la misurazione della temperatura prima di uscire di casa è un optional: "Non l'abbiamo fatto, ci siamo dimenticati", è la risposta sincera e univoca della maggior parte di loro.

(Unioneonline)

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