Un occhio sugli schermi della sala operativa, l'altro sul telefono: "Sono i giorni più caldi, quelli del picco dei contagi, ma siamo pronti da tempo ad affrontare l'emergenza".

Riunioni lampo e contatti continui coi fronti di prima linea nella battaglia sarda al coronavirus. Dal quartier generale di via Veneto, a Cagliari, il direttore generale Antonio Pasquale Belloi si prepara a portare ai massimi giri l'attività della Protezione civile. Da poche ore ha più poteri operativi, dopo l'ordinanza di Christian Solinas, che gli ha affidato il ruolo di coordinatore "delle componenti e strutture operative regionali di protezione civile per fronteggiare l'emergenza Covid 19". L'ingegnere nuorese si occuperà anche di gestire le risorse economiche stanziate appositamente per la guerra al virus.

Mille persone in campo: "Donne e uomini che fanno capo soprattutto alle associazioni di volontariato", spiega Belloi. "Rappresentano il vero cuore pulsante dell'azione di protezione civile. Una rete capillare già preparata da due mesi ad affrontare questa emergenza sanitaria".

L'ultima esercitazione sul Flumendosa è servita a mettere a punto la macchina operativa a tutti i livelli, ma ora si comincia a lavorare sotto pressione: il virus è arrivato praticamente in ogni parte dell'Isola, anche se ha fatto breccia soprattutto negli ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali.

"È già stata allestita una postazione mobile sui nostri mezzi, totalmente autonoma rispetto alla base operativa cagliaritana", continua il direttore generale. «Abbiamo predisposto un piano di emergenza qualora dovesse esserci un caso di positività tra il nostro personale. Siamo pronti a trasferire tutta la base da un minuto all'altro per poi procedere alla sanificazione dei locali".

Giulio Zasso
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