Sono preoccupanti i livelli di emissioni registrate in Sardegna, con oltre 15 milioni di tonnellate annue.

Numeri, quelli emersi nel rapporto Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), che fanno parlare di allarme inquinamento anche nell'Isola.

A lanciare l'allerta stamattina Legambiente in una conferenza stampa con Katiuscia Eroe, responsabile nazionale Energia, Annalisa Colombu, presidente regionale, e Vincenzo Tiana, presidente del Comitato scientifico.

Gli obiettivi sono chiari: decarbonizzazione entro il 2025, metano solo con i depositi costiere e niente dorsale. Poi solo e sempre rinnovabili. Ma la riconversione, ha precisato Tiana, non deve intaccare in alcun modo i posti di lavoro.

"Legambiente è convinta che la Sardegna non debba subire le scelte internazionali con le conseguenze di perdita di migliaia di posti di lavoro, ma gestire la transizione per riconvertire il comparto produttivo e creare nuova occupazione gestendo in maniera attiva la sfida dell'innovazione energetica".

L'associazione si dice preoccupata "per il modo disarticolato con cui vengono affrontate le diverse opzioni che rischiano di isolare la Sardegna in una posizione arretrata rispetto all'Europa".

"In Sardegna occorre rafforzare il ruolo dei sistemi agricoli e forestali, incentivare la transizione verso un'economia circolare e decarbonizzata con priorità alle misure di adattamento ai cambiamenti climatici in corso, a partire dai territori più vulnerabili quali le zone umide e le aree costiere".

(Unioneonline/D)
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