No alla cessione di Macchiareddu dall'Eni al gruppo Todisco.

Lo chiedono, in una nota congiunta, i deputati del Pd Andrea Frailis e Romina Mura: "L'amministratore delegato di Eni deve bloccare, immediatamente, la procedura di cessione degli impianti del cloro soda di Macchiareddu al gruppo Todisco".

L'ad del gruppo Todisco "ha ricevuto, dalla magistratura di Brescia, l'interdizione da funzioni direttive e d'impresa per i reati di disastro ambientale e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi. L'accusa è riferita all'inquinamento prodotto da una fabbrica di cui Todisco è co-amministratore".

Frailis e Mura, dunque, chiedono all'Eni "che la procedura di cessione tenga conto delle necessarie garanzie di rispetto della salute delle persone e dell'ambiente per un impianto di importanza nazionale come il cloro soda di Macchiareddu".

I RIFORMATORI - All'appello si uniscono Michele Cossa e Sara Canu dei Riformatori: "Già da ottobre avevamo lanciato l'allarme: il gruppo Todisco non poteva essere la soluzione per il sito industriale Eni di Macchiareddu. A distanza di mesi, dopo che Eni, con fretta e furia sospette, ha avviato il processo di cessione del ramo d'azienda, con estrema amarezza apprendiamo dai primari organi di stampa nazionale che il titolare dell'azienda è stato interdetto dagli uffici direttivi di persone giuridiche e d'imprese a seguito della contestazione a Brescia del reato di inquinamento e disastro ambientale. Reato in atto, e non pregresso o semplicemente potenziale".

"Chiediamo che l'Amministratore Delegato di Eni fermi immediatamente la cessione a Todisco: per Macchiareddu, sito strategico per tutta la Sardegna che deve dare le massime garanzie sul piano del rispetto dell'ambiente - concludono Cossa e Canu - non è immaginabile portare avanti una operazione di questo genere".

L'ASSESSORE PILI - L'assessore regionale dell'Industria, Anita Pili, esprime rammarico per la poca chiarezza sulla cessione dell'impianto e sulle garanzie delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. E preoccupazione per i provvedimenti della magistratura che limiterebbero l'operatività dell'amministratore delegato del Gruppo.

"Dalla Società - dice l'assessore Pili - è lecito aspettarsi scelte più accorte e condivise con la Regione ed una strategia che passi necessariamente per il rispetto degli accordi sulle bonifiche e la riconversione degli impianti situati in Sardegna, in base a protocolli siglati e non ancora rispettati. Più volte la Regione ha chiesto ad Eni di valutare in maniera sistemica la sua presenza sul territorio regionale, ma questo non è stato fatto".

"La politica non sceglie i player industriali - prosegue l'Assessore - ma è opportuno che Eni faccia immediatamente chiarezza sulla questione Macchiareddu nei confronti di una comunità già pesantemente ferita da progetti industriali mai decollati. La Regione Sardegna rivendica il proprio diritto di contribuire a garantire un futuro industriale certo alla propria comunità".

(Unioneonline/D)
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