Fumata nera dall'incontro di oggi a Sassari, nella sede di Confindustria, tra le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil ed Eni sul rilancio della chimica verde e la mancata ripresa post lockdown delle attività nell'area industriale.

"Eni ci ha detto che non si potrà mai più tornare ai livelli pre-Covid", denunciano i sindacati, che nei giorni scorsi avevano chiesto tra le altre cose che "tutti i lavoratori dello stabilimento riprendano a lavorare" e che oggi hanno avviato la mobilitazione in vista dell'assemblea convocata per il 5 ottobre alla portineria "Mare" dello stabilimento.

Stamattina ai cancelli dell'ex polo petrolchimico sono stati distribuiti dei volantini per sensibilizzare tutti alla partecipazione. "Dopo il lockdown e la contrazione delle attività di manutenzione, che l'Eni non ha riavviato nonostante gli impegni presi, pretendiamo che tutti i lavoratori riprendano a lavorare", ribadiscono Cgil, Cisl e Uil nel manifesto. "Basta con la cassa integrazione per Covid - urlano - lo stabilimento è in marcia, ci sono attività da fare, ma l'Eni fa cassa invece di contribuire al rilancio del territorio e del Paese".

I sindacati chiedono la ripresa degli investimenti sulla chimica verde. "L'Eni doveva sviluppare a Porto Torres la più grande produzione di bio-polimeri d'Europa, ma quel progetto rivoluzionario è stato tradito".

A Versalis e Matrica dicono che "la storiella dell'arbitrato e delle loro difficoltà intra-societarie non è più credibile" e chiedono di "avviare la terza fase del progetto, da discutere alla presidenza del consiglio".

Sotto attacco anche agli attori istituzionali del territorio.

"Si superino le riunioni locali - chiedono i sindacati - non sono state capaci di cambiare niente, spesso per manifesta incapacità della politica".

(Unioneonline/F)
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