È una corsa contro il tempo per salvare il Cannonau, quella intrapresa da Assoenologi Sardegna, guidata dal suo presidente Mariano Murru. Ieri ha mobilitato tutte le forze in campo per evitare che il rosso, emblema storico di un'Isola, finisca nelle etichette di produttori toscani o veneti.

Stamattina, dopo la lunga maratona in viedeoconferenza di martedì pomeriggio, sono arrivati i primi risultati. In questa battaglia identitaria, e non solo vitivinicola, entra in campo anche la Regione. "L'assessore regionale all'Agricoltura, Gabriella Murgia, si sta facendo carico del problema e abbiamo già inviato in assessorato un documento da consegnare alla ministra Teresa Bellanova", ha fatto sapere Murru.

Un testo fondamentale in un momento strategico su cui si concentrano tutte le speranze di un'intera regione. Domani infatti è prevista la riunione della commissione ministeriale che discuterà della nuova normativa incriminata. Detto in sintesi, si tratta del decreto ministeriale, al momento per fortuna solo in bozza, che dovrà adeguare l'attuale quadro legislativo (il Dm del 13 agosto 2012) al regolamento Ue (numero 33/2019). In pratica, se la bozza sarà trasformata in decreto, senza alcuna modifica, il Cannonau come anche il Nuragus di Cagliari, il Nasco di Cagliari, il Girò di Cagliari, Sardegna Semidano non sarà più esclusivo dell'Isola, quindi blindato.

Nella bozza del decreto è stato infatti modificato l'allegato 1 che prevedeva l'elenco delle varietà di vite o sinonimi distintivi costituenti una Dop, che in qualche modo aveva garantito finora l'esclusività di un vitigno distintivo al proprio territorio. Nella normativa ancora in vigore infatti si legge "la protezione si applica al nome intero, compresi i suoi elementi costitutivi, purché siano di per sé distintivi. Non sono protetti gli elementi non distintivi o generici di una Dop o di una Igp".

La bozza del nuovo decreto invece non prevede più questo passaggio. Spiega infatti Mariano Murru: "Le cinque Dop sarde eliminate dall'elenco nazionale (in tutto sono 11 denominazioni) non saranno più blindate ma i vitigni che ne fanno parte potranno essere utilizzati in altri territori e nelle indicazioni in etichetta dei vini prodotti al di fuori della nostra Isola".

Il vitigno Cannonau, quindi, presente altrove con sinonimi equivalenti come Tai rosso nel Veneto, Alicante in Toscana, Gamay del Trasimeno nell'Umbria, potrà essere commercializzato anche fuori dalla Sardegna. "Il Cannonau sarà particolarmente esposto -spiega il presidente di Assoenologi - perché gode di grande interesse per la maggiore notorietà e quindi appetibilità commerciale rispetto ai sinonimi equivalenti". Ora si attende l'esito della Commissione parlamentare di domani, ma decisiva sarà la Conferenza Stato-Regioni. E da quel tavolo la Sardegna inter,a non solo quella enologica, non deve uscire sconfitta. Un promemoria importante per l'assessore regionale Murgia e per il governatore Solinas.
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