Hanno permesso a Olbia e a parte della Gallura di continuare a lavorare, studiare e fare acquisti durante i mesi del lockdown per l'emergenza Coronavirus e ora sono in sciopero da tre giorni.

Sono i 37 tecnici che fanno arrivare nelle case dei galluresi la linea internet e la banda ultralarga: fanno gli scavi, posano le tubazioni, posano la fibra, e riparano i guasti.

Sono dipendenti di Sittel, società di Roma erede dell'Alcatel che ha gli appalti di Tim e Open Fiber, e da tre mesi non prendono lo stipendio.

Per "ritardi su ritardi a cui ora si aggiunge un passaggio che rischia di lasciarli con meno diritti e meno soldi in busta paga - spiega la Cgil -. Dall'1 agosto il loro contratto verrà trasformato: non sarà più quello metalmeccanico e sarà sostituito da quello delle telecomunicazioni. Un cambiamento che rischia di far perdere ai lavoratori della sede di Olbia di Sittel, la maggior parte dei quali pendolari da Sassari e Nuoro, dai 500 ai 600 euro al mese".

"Ritengo grave, che anni di professionalità vengano mortificati per ottenere l'unica cosa che conta negli appalti e cioè il mantenimento delle commesse attraverso il massimo ribasso; il binomio appalti - massimo ribasso crea deregolamentazione, meno diritti, meno tutele, meno agibilità sindacali, basso costo del lavoro, maggiore precarietà, assenza di ogni normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E a pagare sono sempre i lavoratori" , dichiara la segretaria gallurese Luisa Di Lorenzo.

(Unioneonline/F)
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