L'Italia deve indirizzare verso la riconversione "verde" delle zone carbonifere del Sulcis-Iglesiente e dell'area di Taranto, i 364 milioni di euro che, dal 2021, saranno messi a disposizione dal nuovo Fondo europeo per la transizione equa.

Lo scrive la Commissione Ue nei country report pubblicati oggi.

Secondo i calcoli di Bruxelles, il nuovo strumento da 7,5 miliardi mobiliterà in Italia 4,868 miliardi d'investimenti.

Sul tema comincerà ora una discussione con le autorità italiane.

Bruxelles ricorda che l'ultima miniera a carbone italiana, quella di Monte Sinni, dovrebbe essere chiusa gradualmente entro il 2025 e impiega 350 persone.

"L'area è già caratterizzata da un'alta percentuale di abitanti anziani, pochi laureati e un'alta percentuale di disoccupazione giovanile (35.7%), un basso reddito pro capite e una generale bassa qualità della vita", scrive la Commissione, "questo pone sfide legate alla transizione e al bisogno d'investimenti". Il nuovo Fondo europeo dovrebbe quindi concentrarsi sulla "rigenerazione e la bonifica dei siti", "l'economia circolare", "pmi e startup", ma anche politiche di formazione e inclusione occupazionale.

Intanto sul futuro della Carbosulcis la Regione ha avviato un tavolo permanente con i sindacati e l'azienda.

Era il 2014 quando la Regione, unico azionista di riferimento della storica società, sottoscriveva con la Commissione europea un accordo per la chiusura dell'attività mineraria, la messa in sicurezza e la bonifica delle aree di pertinenza.

Nel contempo il piano di chiusura ha gradualmente accompagnato e incentivato verso l'esodo circa 350 lavoratori.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata