Senza personale anche la lotta all'evasione fiscale può diventare più difficile.

Un centinaio di persone tra dipendenti e sindacati si sono dati appuntamento, stamattina alle 10, davanti alla sede dell'Agenzia delle entrate e delle dogane in via Bacaredda a Cagliari.

Tra i principali motivi che hanno portato i lavoratori a fermarsi, la carenza di personale e i carichi di lavoro definiti esorbitanti, ma anche l'impossibilità di sviluppare una carriera professionale.

In Sardegna entro il 2021 ci dovrebbe essere una riduzione del 30% del numero dei dipendenti, ha spiegato la sindacalista Cisl Silvana Cadeddu: "Ma gli obiettivi fissati dai vertici sono gli stessi anche se siamo sempre di meno".

Un capitolo a parte è dedicato all'ufficio delle dogane: dopo la Brexit - avvertono i sindacati - i carichi di lavoro aumenteranno.

Le ragioni della mobilitazione unitaria - guidata da Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Pa, Unsa, Usb pubblico impiego, Flp Ecofin agenzie fiscali, Confsal di Cagliari - sono legate ai problemi salariali e organizzativi del livello nazionale che si riflettono sulle sedi territoriali: carenze di personale e mancata nomina dei capi team, nuovi carichi di lavoro dovuti alla riorganizzazione delle strutture nel territorio, mancato rispetto degli orari di lavoro e assenza di risorse per indennità e salario accessorio.

Nicola Cabras, Cgil, ha dichiarato: "Si fa un gran parlare di evasione fiscale - spiega - ma è in atto una destrutturazione: come si vuole combattere questa battaglia?".

Sulla stessa linea Mario Friargiu, Confsal-Unsa: "Siamo tutti qui compatti soprattutto perché ci preoccupa la carenza del personale: difficile combattere così l'evasione fiscale".

(Unioneonline/F)
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