Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per sbloccare il prestito ponte da 400 milioni su Alitalia.

La misura "introduce misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da 'Alitalia - Società Aerea Italiana S.p.a.' e 'Alitalia Cityliner S.p.a.', entrambe in amministrazione straordinaria. Al fine di consentire l'espletamento, entro il 31 maggio 2020, delle procedure per il trasferimento dei complessi aziendali facenti capo al gruppo Alitalia in amministrazione straordinaria, con il decreto si conferma, nell'anno 2019, il finanziamento a titolo oneroso di 400 milioni di euro già previsto dal decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124 (il cosiddetto decreto fiscale)".

"Il prestito è destinato a finanziare le indifferibili esigenze gestionali di Alitalia e l'esecuzione, da parte dell'organo commissariale, del piano delle iniziative e degli interventi funzionali all'efficientamento della struttura nonché alla tempestiva definizione del trasferimento dei complessi aziendali, affinché sia assicurata la discontinuità, anche economica, della gestione da parte del soggetto cessionario".

Dopo due anni e sette mesi di amministrazione straordinaria e tentativi di vendita il Governo riporta dunque il timer a zero e sceglie la strada di un nuovo bando di gara, che verrà accompagnato da un piano di tagli e una ristrutturazione necessaria perché, spiega il vice ministro dello sviluppo Stefano Buffagni, "altrimenti è invendibile, lo dicono i fatti".

"È evidente che l'azienda ha bisogno di una ristrutturazione e quindi ci adopereremo per garantire la tenuta occupazionale ma anche per renderla competitiva e appetibile per il mercato perché evidentemente senza il pubblico qualche criticità c'è", spiega Buffagni. Un percorso che il Governo italiano ha già "negoziato con la Commissione Ue", assicura il ministro delle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, che vede "tutti i margini negoziali per la Commissione per arrivare ad affrontare questo dossier nel massimo della tranquillità reciproca".

Un obiettivo su cui concorda anche il leader M5s Di Maio, che però ora chiede che ora si faccia un cambio di passo: "Tutti siamo d'accordo che dobbiamo dare una chance a questa compagnia ma è arrivato il momento anche di fare un'azione di responsabilità sugli amministratori".

Di fatto i commissari straordinari dovranno avviare un piano integrativo, che va approvato dal Ministero dello sviluppo economico, contenente "iniziative e interventi di riorganizzazione e di efficientamento" funzionali alla vendita degli asset, per la quale viene stabilito il nuovo termine del 31 maggio. I 400 milioni, che ora vengono sbloccati (il decreto fiscale li vincolava alla costituzione della cordata), serviranno per far fronte alle esigenze gestionali, ma anche per finanziare le iniziative e gli interventi di riorganizzazione ed efficientamento.

(Unioneonline/D)
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