Una nuova mobilitazione per la vertenza latte, in attesa delle riforme strutturali del settore, del varo del piano di produzione del pecorino romano e del saldo sul prezzo del prodotto a novembre, che potrebbe non arrivare all'auspicato un euro.

Le associazioni di categoria nelle scorse settimane hanno infatti lanciato più di un allarme, e ora il caso approda in parlamento con il deputato di Fratelli d'Italia, Salvatore Deidda, che sollecita la convocazione immediata del tavolo al ministero dell'Agricoltura "perché i pastori possano discutere il piano triennale del Pecorino Romano".

"La crisi degli allevatori e dei pastori non passa - afferma il parlamentare -. Non chiediamo miracoli sul prezzo. Ma quello che fa paura e rabbia che mancano le riforme strutturali".

Fra le priorità, secondo Deidda, "ridare potere ai produttori, certificare il latte più di qualità, controllare chi fa eccedenze e sanzionarlo pesantemente, calcolare il prezzo non solo con il pecorino romano".

"Se le strutture politiche sono in crisi, le burocratiche possono proseguire il lavoro. Mi appello anche al Consorzio di Tutela: non faccia gli errori del passato ossia mancanza di dialogo e trasparenza. Sia dialogante e aperto al confronto", la conclusione.

Tore Piana, del Centro studi agricoli, osserva: "Ora che la stagione della produzione del latte di pecora è terminata si parla del prezzo finale che sicuramente non raggiungerà un euro al litro. C'è la totale assenza dell'unico organismo che avrebbe dovuto mediare fra i vari attori della filiera che è l'Oilos, organismo interprofessionale. Nessuno ne parla, nessuno vede i suoi interventi, nessuna azione sul settore, eppure la Regione aveva stanziato 100 mila euro".

(Unioneonline/v.l.)
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