Cinque anni fa la sospensione dei progetti di taglio nel versante domusnovese della foresta del Marganai a cui era seguito un processo penale (per tagli condotti in assenza dell'autorizzazione paesaggistica) poi risoltosi con l'assoluzione per intervenuta prescrizione degli imputati aveva decretato l'inizio di una crisi nerissima per la cooperativa di forestazione "Mediterranea 94" ed i suoi circa 100 dipendenti.

Il blocco alla prima fase del progetto (tagliare i fusti nei boschi per 12 anni) su 550 ettari totali redatto dai tecnici di Forestas aveva assestato un primo, durissimo, colpo alla coop che si era aggiudicata il primo bando di tagli su 35 ettari di foresta.

Le tante polemiche per il sospetto depauperamento del suolo, gli attacchi degli ambientalisti e la cattiva nomea acquisita in poco tempo hanno pesantemente influito sulla coop che, intorno al taglio boschivo, aveva costruito un florido progetto di filiera corta che aveva permesso la nascita di un agriturismo, maneggi e ricoveri per animali, apiari, cantieri di rimboschimento e da ultimo anche una centrale per la produzione di pellet a basso costo (2 milioni di euro di investimento).

Negli anni a causa del poco lavoro i problemi si sono ingigantiti e neanche l'assoluzione (nel febbraio scorso) nel processo penale a carico del presidente Giuseppe Vargiu ha smosso di un millimetro le cose. La salvezza per la coop sembrava arrivata grazie ad un'apposita legge regionale del dicembre scorso, poi resa esecutiva da una delibera di Giunta che prevedeva l'assorbimento della coop in Forestas e le accordava anche un primo rimborso di 350 mila euro (da dividere con una coop di Teulada nelle stesse condizioni) per i miglioramenti fondiari realizzati e gli onerosi investimenti fatti nel tempo.

Malgrado lettere e solleciti vari, legge e delibera sono però rimaste sulla carta e per i cento soci della Mediterranea 94 continua il periodo nero iniziato con lo stop ai tagli boschivi di fine 2014. La pazienza però, a cominciare da quella del sindaco di Domusnovas, sembra essere finita:

"Non capiamo - sbotta Massimo Ventura - quale sia l'ostacolo che impedisce ad operai da anni senza stipendio di benedificiare di un atto già pronto e deliberato ma non siamo più disposti ad accettare i silenzi della politica: metteremo in atto occupazioni e altre estreme forme di proteste a loro sostegno".

Per Giuseppe Vargiu, ancora stizzito dal processo penale ("sono stato trattato da deliquente solo per aver vinto un bando redatto da un'agenzia regionale") il riassorbimento in Forestas era l'unica opzione rimasta sul tavolo. "Lo prevede la Legge di Semplificazione, data la situazione potevamo solo rendere l'azienda, i terreni, gli stabili e tutte le attrezzature alla Regione e venire assorbiti da Forestas con gli indennizzi del caso". L'attesa comincia però ad essere insostenibile: "Ho scritto a Forestas, Prefettura ed a vari Assessorati regionali anche alcuni giorni fa chiedendo un incontro urgente per definire la situazione ma non ho ricevuto risposte. Non vorremmo ma ci troviamo costretti a dover usare anche le forme di protesta più eclatanti per usufuire di un diritto sancito per legge".
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