"Il metano arriverà in Sardegna già da quest'anno".

Lo ha annunciato il presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale aprendo un convegno dedicato ai benefici del gas naturale organizzato con FB&Associati, alla presenza dell'assessore regionale all'Industria Anita Pili.

Confermate dunque le previsioni fatte all'inizio dell'anno prima della fine del mandato della ex giunta regionale targata Francesco Pigliaru.

"Ci sono investimenti in atto da parte di privati per oltre 500 milioni di euro, a cui si aggiungono i 200 della Regione in campo da anni", ha spiegato il numero uno degli industriali sardi. Aggiungendo: "È in corso la realizzazione di parecchie reti in almeno cinquanta comuni della Sardegna, parliamo di cantieri tangibili che hanno già creato circa seicento posti di lavoro, anzi in certi casi abbiamo verificato situazioni di carenza di personale".

"Entro l'anno - ha proseguito De Pascale - avremo solo le prime distribuzioni di gas metano, poi nel 2020 la situazione più completa. Nel giro di due anni massimo sarà possibile realizzare la distribuzione delle reti in tutta la Sardegna".

Per la completa metanizzazione, però, ha rimarcato il presidente di Confindustria, dovrà "essere completata la dorsale perché con un collegamento fisico possiamo mettere in campo compensazioni molto più facili dal punto di vita tariffario".

Proprio sulla dorsole ha dato aggiornamenti l'assessore Pili: "Stiamo interloquendo con il governo nazionale affinché si capisca la necessità di costruirla. È una infrastruttura che garantirebbe l'autosufficienza anche delle attività industriali".

Pili anche parlato del "'Phase out" del 2025, ovvero il definitivo addio al carbone previsto fra sei anni.

A proposito l'assessore ha ricordato il dialogo in corso con il sottosegretario dello Sviluppo economico e ribadito la posizione della Regione: "Oggi il fabbisogno energetico rappresentato dalle fonti rinnovabili si attesta al 30% e da qui al 2025 riuscire a coprirlo al 100% ci sembra eccessivo, non realizzabile, anche perché un sistema solo con rinnovabili non può garantire la continuità di energia per gli stabilimenti industriali".

Per questo, ha concluso Pili, "abbiamo già trasmesso le nostre osservazioni dove si evidenzia la necessità di prorogare il phase out dal carbone al 2030".

(Unioneonline/l.f.)
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