A pochi giorni dalla nuova deadline dell'offerta vincolante di Ferrovie dello Stato rimangono ancora insoluti i nodi più complessi per l'ex compagnia di bandiera, a cominciare dal rebus su una possibile discesa in campo di Atlantia.

All'orizzonte non ci sono, al momento, altre alternative e così la newco rischia di rimanere a terra. Per questo, dopo Pasqua, si preannunciano giornate decisive per capire il destino che attende Alitalia: se arriva quella sterzata in grado di far riprendere all'operazione la giusta rotta o se, invece, l'aviolinea dovrà imboccare il viale della liquidazione.

Proprio di fronte a questo bivio così cruciale, la partita oltre che industriale sta diventando sempre più politica.

Pochi giorni fa il premier Giuseppe Conte ha annunciato un tavolo a Palazzo Chigi per chiudere l'operazione sulla base di un piano di rilancio della compagnia. Il 23 aprile arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri il dl Crescita che prevede misure per Alitalia volte a consentire l'eventuale ingresso del Mef nel capitale della newco per una quota stimata intorno al 15%.

Secondo indiscrezioni, le bozze circolate nei giorni scorsi prevederebbero la cancellazione del termine del 30 giugno prossimo per la restituzione del prestito di 900 milioni di euro concesso dal ministero dell'Economia ad Alitalia dopo il commissariamento.

Oggi la compagine azionaria può dirsi definita per il 60%, sommando le partecipazioni di Fs, Delta Air Lines e Mef e, per questo, gli investimenti rimangono ben al di sotto della quota complessiva di cui si è sempre parlato, cioè 1 miliardo di euro. Manca, dunque, il 40% e, al di là della percentuale di per sé pesante, il problema è che non si vedono, per ora, all'orizzonte, i potenziali candidati.

O meglio, il potenziale candidato rimane sempre Atlantia, contattato nelle scorse settimane dalle Fs e dall'advisor Mediobanca.

L'amministratore delegato del gruppo, Giovanni Castellucci, in assemblea, ha pronunciato parole nette e chiare: il tema Alitalia non è stato mai affrontato in cda. In attesa di sviluppi, per le Ferrovie il dossier è in stand by.

Se dovesse sfumare l'operazione, c'è sì lo scenario della liquidazione ma sullo sfondo c'è anche Lufthansa. La quale, pur non avendo fatto più sentire la sua voce di recente, rimane sempre sulle proprie posizioni: c'è l'interesse per un'Alitalia ristrutturata ma non c'è alcuna intenzione di investire insieme al Governo italiano. Se gli altri attori fanno il passo indietro, i tedeschi potrebbero scendere in campo e fare la propria proposta direttamente ai commissari.

(Unioneonline/D)
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