C'è una corsa contro il tempo per evitare la chiusura, prevista per il primo di aprile, della sede per il Marghine degli uffici di Argea.

Una decisione che sta scatenando una forte protesta in tutto il territorio, che vede protagonista il sindaco di Macomer e presidente dell'Unione dei Comuni del Marghine Antonio Succu.

"Una chiusura maldestra - commenta Succu - che rafforza in noi la consapevolezza che il Marghine è sempre più margine, cioè periferia di Sardegna. Così come è periferia dei poli urbani di Cagliari e Sassari gran parte della Sardegna centrale, cioè una larga fascia di territorio tanto bello quanto sfortunato che va da Sindia a Siniscola passando per Orune e Lula nella ipotetica linea nord (da cui non vedo esente il Goceano), e da Borore a Tortolì, passando per le Barbagie e il Mandrolisai nella linea sud".

Per il primo cittadino sono le aree che soffrono maggiormente della piaga dello spopolamento o nella migliore delle ipotesi di una crescita notevolmente inferiore a quella fisiologica e naturale degli insediamenti costieri che, a ragione, necessiterebbero di maggiore attenzione come le comunità interne.

"Queste comunità - dice il sindaco - devono lavorare in sinergia fra di loro, non necessitano certamente di guerre fratricide o divisioni partitiche artificiose. Devono tutte insieme rivendicare il loro diritto ad un esistenza che non può essere in agonia ma in dignità e prosperità".
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