Il Governo è alle prese con le ultime modifiche sul decreto di cittadinanza che, come ha confermato oggi il vicempremier Luigi Di Maio, verrà approvato dal Consiglio dei ministri giovedì prossimo.

In particolare sotto la lente d'ingrandimento dell'esecutivo ci sarebbero misure "anti-divano" volte a disincentivare fortemente l'assistenzialismo. "Nessuno prenderà il reddito a vita", spiegano le fonti del Governo, grazie a una serie di provvedimenti ad hoc.

Il primo riguarda l'offerta. La prima offerta di lavoro - viene sottolineato - arriverà in un raggio di 100 Km. Nel caso in cui questa dovesse essere rifiutata, la seconda offerta arriverà da un raggio di 250 Km. In caso di un nuovo rifiuto, la terza offerta può arrivare da ogni angolo d'Italia.

Le fonti escludono l'ipotesi, circolata nelle ultime ore, di revocare il reddito già dopo il rifiuto della prima offerta: "Lo spirito di queste misure è fare in modo che le persone accettino già il primo lavoro".

Lo Stato, è il ragionamento del governo, "ti dà la possibilità di rifiutare la prima offerta ma poi ti penalizza". L'obiettivo è fare in modo che "le offerte di lavoro arrivino in tempi brevi": così, viene spiegato, "se qualcuno lavora in nero lo scoviamo subito".

Se, passato un anno dall'ingresso nel percorso del reddito di cittadinanza, l'interessato non accetta "la prima offerta utile di lavoro congrua" che arriva dal centro per l'impiego, perderà il sostegno.

Sono previsti incentivi inoltre per chi accetta di spostarsi, "che possono arrivare anche fino a 12 mensilità di reddito". Saranno invece esentati dagli spostamenti i componenti di famiglie con disabili.

Salta invece il il discusso divieto esplicito di utilizzare i soldi del reddito di cittadinanza per il gioco d'azzardo, pena la perdita del beneficio. Ma non è escluso che la previsione possa essere reinserita nella stesura finale del testo.

Non solo, il "decretone" prevede limiti al prelievo in contanti, da un massimo di 100 euro al mese per un single a 210 euro al mese per una famiglia numerosa, secondo la scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne, 0,2 per ogni minore con un massimo di 2,1, quindi al massimo 210 euro).

(Unioneonline/s.a.)
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