Terremoto in Tim.

Un consiglio di amministrazione straordinario si è tenuto stamattina per discutere la posizione dell'amministratore delegato Amos Genish.

Prima si era parlato di dimissioni, ora invece emerge come il dirigente d'azienda israeliano sia stato sfiduciato.

Il cda, si legge in una nota, "ha revocato con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish e ha dato mandato al presidente di finalizzare ulteriori adempimenti in relazione al rapporto di lavoro in essere con lo stesso".

"Il consiglio di amministrazione ringrazia Amos Genish per il lavoro svolto nell'interesse della società e di tutti i suoi stakeholders in questi quattordici mesi di intensa attività" conclude la nota.

A fare pressione su Genish, fortemente voluto dai francesi di Vivendi, il fondo attivista Elliott, contrario alla politica del ceo sullo scorporo della rete mantenendone però il controllo e senza cedere più del 51%.

"È stata una mossa molto cinica e volutamente pianificata in segreto, per creare la massima destabilizzazione e influenzare i risultati di Tim", ha commentato un portavoce di Vivendi, azionista del gruppo telefonico al 24%. "Denunciamo la destabilizzazione di questa decisione e il metodo vergognoso".

Intanto è stata convocata una nuova riunione del consiglio di amministrazione, domenica prossima, per nominare un nuovo ad. E a Piazza Affari gira in netto calo il titolo di Tim: in mattinata era sotto dell'1,5%.

(Unioneonline/D)
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