Lo ha annunciato il soprintendente ai Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano Marco Minoia, nel corso di una conferenza stampa stamani a Oristano con l'arcivescovo Ignazio Sanna. L'obiettivo dichiarato da Minoia è quello di "trovare i pezzi che mancano per aiutarci a capire che cosa sono queste statue, come e perché si trovavano lì in un contesto ancora quasi sconosciuto". Con i 200 mila euro a disposizione, un investimento dieci volte superiore a quello medio delle campagne di scavo promosse dalla Soprintendenza, e sotto la direzione dell'archeologo Alessandro Usai, gli scavi saranno concentrati su alcune strutture già individuate nel 1974 ma rimaste finora inesplorate. Minoia ha parlato di una capanna nuragica, di una nuova sezione della necropoli ma anche di una struttura di natura incerta ancora tutta da scoprire. Lui non l'ha detto, ma potrebbe essere il misterioso "tempio", un luogo di culto quindi, sorretto proprio dai giganti di arenaria di cui in qualche modo si è favoleggiato senza però poter contare su alcuna certezza. Se la nuova campagna di scavi dovesse offrire qualche elemento a sostegno di questa ipotesi, si chiuderebbe in qualche modo un cerchio. L'area di Monte Prama, a distanza di tanti secoli, appartiene infatti ancora oggi alla Chiesa - per la precisione, alla Confraternita del Rosario della parrocchia di Cabras - e la nuova campagna di scavi sarà possibile proprio grazie a una convenzione sottoscritta dall'Arcidiocesi di Oristano e dalla Soprintendenza. In cambio della disponibilità dimostrata, l'Arcidiocesi di Oristano avrà diritto a condividere i risultati scientifici della ricerca e in sostanza, a fine intervento, riceverà una copia dei quaderni di scavo. Oltre allo scavo archeologico l'area del sito e quella circostante saranno oggetto anche di una indagine con l'impiego del georadar in collaborazione con l'Università di Sassari e il Consorzio Uno che gestisce la sede universitaria di Oristano.
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