Le associazioni ecologiste hanno inoltrato la documentazione alla Commissione europea e alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo. "Tuttora - spiegano in una nota - non risulta effettuata alcuna procedura di valutazione di incidenza ambientale riguardo all'attività venatoria nelle aree classificate quali siti di importanza comunitaria (Sic) e/o zone di protezione speciale (Zps) rispettivamente ai sensi della direttiva n.92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna, la flora, e n.9/147/CE sulla tutela dell'avifauna selvatica, come previsto dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale e già richiesto anche dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Dell'istanza ecologista sono stati coinvolti anche il Ministero dell'Ambiente e l'Assessorato regionale dell'Ambiente (Servizio tutela della natura e Servizio valutazione impatti). "Constatata la scarsa sensibilità ambientale in sede di elaborazione del calendario venatorio regionale, nonché la perdurante assenza del legame cacciatore-territorio - concludono le associazioni ambientaliste - non rimane che il terreno del diritto per ristabilire condizioni accettabili di gestione del patrimonio faunistico isolano".
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