L'équipe medica che ha eseguito autopsia ed esami istologici sul cadavere di Doddore Meloni, morto il 5 luglio 2017 all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari, ha sostenuto che le cagionevoli condizioni del detenuto - recluso nella casa circondariale di Uta - potevano essere legate al digiuno e al metodo di rialimentazione, da loro definito "non adeguato e censurabile".

Gli stessi esperti però hanno sottolineato l'impossibilità di affermare che, se il trattamento fosse stato adeguato, il decesso si sarebbe potuto evitare, perché la mancata assunzione di cibo e acqua aveva reso precarie le condizioni del paziente.

Sulla base di questa consulenza, depositata tre mesi fa, il pubblico ministero Maria Virginia Boi ha deciso di chiedere l'archiviazione dell'inchiesta aperta per chiarire le cause che avevano portato l'indipendentista a perdere la vita.

Non sono emerse, a suo parere, responsabilità di terze persone nella fine del leader dell'autoproclamata Repubblica di Malu Entu. Ora la decisione spetta al giudice delle indagini preliminari. L'avvocata Cristina Puddu sta preparando l'opposizione.
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