Il sindaco della Capitale Virginia Raggi è stato sentito ancora una volta in procura come persona informata dei fatti - si tratta della seconda audizione come testimone in quattro giorni - nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma, dopo l'arresto per corruzione dell'ex collaboratore, Luca Lanzalone.

Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, alla prima cittadina, sentita per 45 minuti, sarebbero stati chiesti chiarimenti su fatti emersi negli ultimi giorni e successivi alla precedente convocazione.

Non è escluso che gli inquirenti siano tornati sul rapporto tra lei e Lanzalone, che venerdì scorso è stato interrogato dal gip proprio nelle ore in cui Raggi veniva sentita dai magistrati.

Intanto sulla vicenda è intervenuto il ministro della Giustizia ed esponente del Movimento 5 Stelle Alfonso Bonafede, ospite ieri sera del programma "Otto e Mezzo" su La7.

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede

"Questa vicenda non ha nulla, ma nulla a che fare con me. Per questo finora ho taciuto, anche perché io sono un ministro e c'è un'indagine in corso", ha detto sul caso.

"Non ho niente da chiarire, ho letto ricostruzioni fantasiose sul mio silenzio, che è dovuto solo al fatto che questa inchiesta non ha nulla a che vedere con me", ha ribadito il Guardasigilli.

E a proposito del ruolo dell'ex presidente dell'Acea ribadisce: "Luca Lanzalone? Lo ha scelto la sindaca Raggi. Gliel'ho presentato io insieme a Fraccaro. Siccome conoscevo un bravo avvocato l'ho presentato e lei, come sindaca, ha ritenuto di avvalersene".

Gli inquirenti continuano a lavorare sui materiali acquisiti durante le perquisizioni della scorsa settimana ed entro mercoledì arriveranno le prime decisioni del giudice sulle istanze di scarcerazione avanzate dalle difese degli arrestati.

Con promesse di denaro, consulenze e assunzioni, il gruppo del costruttore Luca Parnasi, secondo l'ipotesi investigativa, si assicurava che il progetto dello stadio della Roma proseguisse senza intoppi il proprio iter tra Comune e Regione.

Secondo la procura, l'imprenditore avrebbe tentato di "oliare" i vari passaggi dal 2017 in poi, con una corruzione che la gip Maria Paola Tomaselli definisce "sistemica".

Luca Lanzalone, attualmente agli arresti domiciliari, che seguì per la giunta Raggi tutta la mediazione per arrivare al nuovo progetto, avrebbe ricevuto da Parnasi la promessa di incarichi del valore di 100mila euro per il suo studio legale.

Associazione a delinquere, corruzione, traffico di influenze, frodi fiscali, finanziamenti illeciti.

Questi i reati contestati, a vario titolo, alle nove persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta e tra i 16 indagati figurano anche il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, e l'ex assessore e oggi consigliere di Forza Italia Davide Bordoni.

(Unioneonline/F)

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