Nonostante una testimonial d'eccezione come Lady Gaga all'ultima edizione del Super Bowl, il marchio di gioielli Tiffany sembra non navigare in buone acque. Tanto che il consiglio di amministrazione ha voluto il licenziamento "con effetto immediato" dell'amministratore delegato Frederic Cumenal.

Motivo della crisi? Per alcuni sarebbe Donald Trump e, in particolare la sua Trump Tower.

La boutique più famosa del brand - quella immortalata per sempre nei titoli di testa di "Colazione da Tiffany" - infatti si trova a New York, non distante dal grattacielo del nuovo presidente americano, nell'occhio del ciclone da quando si è trasformato in una vera e proprio succursale della Casa Bianca.

Dallo scorso novembre l'area tra la Cinquantaseiesima e la Cinquantasettesima Strada è sempre parzialmente chiusa oppure transennata, con forze dell'ordine che presidiano il quartiere.

Un ostacolo per curiosi e turisti facoltosi che spendono sempre meno nel negozio-simbolo di Tiffany.

È la stessa società ad aver lanciato l'allarme: le vendite di novembre e dicembre sono calate del -14%, una cifra enorme se si pensa che il negozio da solo porta il 10% del fatturato della maison.
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