L a struttura che regge oggi il sistema economico italiano, sostiene Federico Fubini sul Corriere della Sera, poggia su 4 gambe. «La prima è il ricorso alla cassa integrazione di massa, che ha già coinvolto il 40% dei lavoratori e più di metà delle imprese. La seconda è il blocco dei licenziamenti, unico esperimento del genere in Italia dopo quello del biennio 1945-1947 decretato nel timore di una rivolta dei comunisti filosovietici in un Paese in macerie. La terza è la moratoria che oggi permette a quasi tre milioni di italiani di non pagare alle banche le scadenze del mutuo, per un totale di 300 miliardi di euro. La quarta infine sono le garanzie dello Stato sui crediti bancari per poco più di 110 miliardi e a favore di 1,3 milioni di aziende».

La durata di queste misure eccezionali è stata prorogata a marzo per quelle sul lavoro e a giugno per quelle sul credito, ma si capisce «che ci stiamo tenendo su una costruzione precaria e a tempo».

Poi, a proposito del blocco dei licenziamenti, Fubini cita un articolo di Libero Lenti del 1947: «Più che curare, maschera la disoccupazione. E come tutte le misure di terapia sintomatica, conduce a una disoccupazione ancora più elevata di quella iniziale». Perché, spiegava Lenti, a lungo andare le imprese «non sono in grado di sopportare il peso crescente del blocco: e allora ai senza lavoro iniziali si aggiunge la schiera di quelli che avrebbero potuto trovare occupazione nelle aziende, se queste ultime avessero potuto reggere: e ora sono esanimi».

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