R egioni in bilico. C'è un incredibile paradosso che rende le amministrative di settembre interessanti e decisive per la politica italiana: il centrodestra è lacerato sui contenuti, a Roma, ma blindato da una alleanza di ferro sui territori. Il governo giallorosso è cementato dall'alleanza di governo, a Roma, ma è un colabrodo sul campo.

La settimana scorsa, quando ho chiesto a Matteo Salvini come pensa che possa andare a finire questa strana sfida asimmetrica mi ha sorriso e mi ha risposto serafico: «Adesso, nelle regioni dove si vota siamo cinque a due per il centrosinistra. Mi accontenterei di ribaltare questo dato: ma siccome sono sempre cauto e buono - ha aggiunto il leader della Lega - lavoro per il sette a zero». Allora gli ho domandato se contava su un autunno caldo. Altro sorriso, risposta secca: «Non ci sarà un autunno caldo, perché già agosto sarà più che arroventato».

A questo proclama programmatico è seguita la manifestazione di Roma. Niente più cortei scomposti: sedute, mascherine e distanziamento. In piazza nessuno dei tre leader del centrodestra ha parlato di quello che divide la coalizione, a partire dall'assenso al Mes.

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