I ntanto grazie. Grazie a quanti, in questi giorni difficili, danno vita ai nostri rubinetti, alle nostre docce, alle nostre lavatrici. Danno vita ai nostri giorni. Sono tanti i piccoli grandi eroi quotidiani di questa guerra contro un nemico invisibile, il Covid-19. Ma, nella Giornata mondiale dell'acqua che, dal 1992, si celebra il 22 marzo su iniziativa dell'Onu, ci piace ricordare quei lavoratori invisibili

C he ci consentono di bere, di lavarci, di cucinare. Di vivere. Un sistema complesso, quello dell'acqua, che parte dalla politica e arriva ai manutentori delle reti passando per un esercito di tecnici e di amministrativi che tiene d'occhio le dighe e prende per mano questo bene di Dio sino alle nostre case. Un sistema complesso che abbraccia istituzioni, agenzie, enti.

Sì, avete ragione, c'è anche chi l'acqua non ce l'ha e, in questi giorni di arresti domiciliari, soffre ancora di più. Sì, avete ragione, ci sono anche milioni e milioni di metri cubi che prenderanno anche oggi una strada diversa da quella prevista, aspettando progetti e risorse per correre ai ripari. Sì, avete ragione, ci sono sprechi inaccettabili tanto più nel giorno in cui un pianeta sconvolto dal coronavirus celebra l'acqua. Rilancio qui le parole pronunciate giusto qualche giorno fa, sul Tg di Videolina, da un imprenditore agricolo di Lula, Ambrogio Guiso, che è anche presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale. «Non possiamo permetterci di sprecare nemmeno una goccia d'acqua, visti gli ultimi mesi di siccità in Sardegna, una situazione drammatica per il settore agricolo. Fa male pensare a quanto è stato gettato via». Spieghiamo. Per ragioni di sicurezza, dopo l'alluvione del novembre 2013, la diga di Maccheronis, in Baronia, viene svuotata … d'ufficio. Questo perché tra ottobre e gennaio, i mesi statisticamente più piovosi, non possono essere custoditi più di 10 milioni di metri cubi. Ecco perché, di recente, una dozzina di milioni è stata fatta defluire dalle paratie. Il “Piano di laminazione” della Regione, aggiornato nel 2018, prevede che solo tra febbraio e ottobre il volume d'invaso possa arrivare a 25 milioni. Ma, come ha spiegato Guiso, non piove da mesi. «L'unica certezza è che anche quest'anno abbiamo buttato l'acqua. A Maccheronis ci sono 12 milioni di metri cubi, potevano essere il doppio. Non ci possiamo più permettere sprechi». L'imprenditore di Lula indica una soluzione, facile facile: «Il piano di laminazione da statico deve diventare dinamico». In pratica, invece di buttare l'acqua per calcoli fatti a tavolino, si lega il volume di invaso della diga alle previsioni sulle piogge, con un sistema di monitoraggio costante. In questi giorni di smart working, chi ha la responsabilità, potrebbe iniziare a lavorarci. Nel complesso, comunque, negli invasi sardi le scorte sono rassicuranti, sperando in un po' di pioggia che eviti irrigazioni di soccorso per le campagne. Dove, giusto per ricordarlo, si producono frutta, verdura, latte, carne. Il nostro sostentamento.

In questa Giornata mondiale dell'acqua ci sono altri ringraziamenti da fare. Sapete a chi? A ciascuno di noi. Tanto più se sapremmo contribuire, anche con piccoli gesti, a far passare prima possibile la paura. Per esempio lavandoci spesso le mani. Sul punto abbiamo letto e sentito di tutto. A partire dall'Organizzazione mondiale della Sanità che, con tanto di schemino, ci invita a lavarci le mani per 40-60 secondi. Sembra tanta roba. Ci si chiede come l'Oms stia riuscendo a spiegarlo a chi, in molti Paesi del terzo mondo, non ha acqua nemmeno per bere. Noi ora pensiamo ai nostri, di guai. E allora, per celebrare questo 22 marzo nell'anno del Signore 2020, mentre ci insaponiamo le mani, chiudiamolo quel rubinetto. E facciamolo anche domani e dopo. Per favore.

EMANUELE DESSÌ
© Riproduzione riservata