L a sveglia suona alle 4 del mattino e fuori è ancora buio. Ho preparato tutto la sera prima, c'e solo da chiudere la valigia e preparare il bimbo, che continua a dormire mentre lo vesto. Ci mettiamo in macchina per la prima parte del viaggio che, fra aereo e traghetto, ci porterà da Londra a Carloforte.

Poche ore di viaggio ma i cambiamenti sono enormi. Lo sbalzo di temperatura è sempre il più gradito. Le giacchine necessarie a Londra vengono immediatamente scartate appena si aprono le porte dell'aereo a Elmas e arriva la prima ondata di calore estivo.

Cambia la lingua. Ricordo al piccolino che qui si dice grazie e non thank you. Cambiano i soldi. Ecco il rituale durante il viaggio di rimpiazzare le sterline nel portafoglio con euro, soprattutto quel singolo euro necessario per il carrello per le valigie. Cambia la luce. Gli occhiali da sole che a Londra fanno spesso da cerchietto decorativo, sotto il sole sardo diventano essenziali.

Ma più di tutto, cambia la gente. Capelli e occhi più scuri. Lineamenti più classici. Sorrisi più aperti. E cambiano le relazioni sociali. Il salto da una delle più grandi metropoli al mondo a un pittoresco paese sull'isola di un'isola non è solo una questione di bellezza geografica. Certo, fra i palazzi grigi di Londra e i colori accesi del lungomare di Carloforte c'è un mondo di differenza. E il Tamigi, che spesso sembra essere quasi nero sotto la pioggia, non può competere con le acque cristalline fra Carloforte e Portovesme. (...)

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