Come tante scoperte, fu casuale. Il 17 marzo 1981 la guardia di finanza - su mandato dei giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone - passa al setaccio villa Wanda, ad Arezzo, e l'azienda tessile La Giole, a Castiglion Fibocchi. È una perquisizione nell'ambito dell'inchiesta sul falso rapimento del banchiere Michele Sindona. Tra le carte di Licio Gelli trovano invece l'elenco degli iscritti alla loggia Propaganda 2, la famigerata P2. Tra i 962 nomi spiccano quelli di 208 militari (43 generali e l'intero vertice dei servizi segreti), 11 questori, 5 prefetti, 44 parlamentari, banchieri, giornalisti, ministri, magistrati e imprenditori. Uno Stato parallelo all'ombra dello Stato di diritto. La slavina travolge il Paese, una delle pagine più oscure della storia italiana recente.

Licio Gelli (foto archivio L'Unione Sarda)
Licio Gelli (foto archivio L'Unione Sarda)
Licio Gelli (foto archivio L'Unione Sarda)

Golpisti, politici e imprenditori Ci sono Enrico Nicoletti, il costruttore in rapporti stretti con la banda della Magliana, e il giornalista Rai-europarlamentare Gustavo Selva, Silvio Berlusconi e il direttore generale del Banco di Roma Giovanni Guidi, l'attore Alighiero Noschese e Vittorio Emanuele di Savoia, il presidente di una sezione della Cassazione Carmelo Spagnuolo e il ministro Gaetano Stammati, il segretario del Psdi Pietro Longo, il generale dei carabinieri Italo Poggiolini e l'ammiraglio Emilio Eduardo Massera, membro della giunta militare che rovesciò il governo di Isabelita Peròn con il golpe del 1976. Insomma, di tutto un po'.

La Treccani Il tema è così importante da aver conquistato una voce nel prestigioso dizionario di storia. Testuale: "P2, loggia massonica coperta, appartenente in origine al Grande Oriente d'Italia. Sciolta nel 1974 ma ricostituita come associazione segreta nel 1975, sotto la guida di Licio Gelli si trasformò, anche per il profilo degli affiliati, in una potente forza occulta in grado di condizionare il sistema economico e politico. La scoperta e la pubblicazione (1981) degli elenchi degli affiliati e del programma della P2, sulle cui ramificazioni e discendenze permangono consistenti interrogativi, aprirono un caso politico e giudiziario. Sciolta d'autorità in quanto associazione segreta (1982), la P2 fu oggetto di un'inchiesta parlamentare e di vari procedimenti giudiziari".

Maurizio Costanzo e Silvio Berlusconi (foto Ansa/ Ferraro)
Maurizio Costanzo e Silvio Berlusconi (foto Ansa/ Ferraro)
Maurizio Costanzo e Silvio Berlusconi (foto Ansa/ Ferraro)

Il terremoto I nomi diventano pubblici il 20 maggio 1981. Il 22 maggio viene emesso un mandato di cattura per procacciamento di notizie sulla sicurezza dello Stato e spionaggio politico nei confronti di Gelli, scappato in Svizzera. Il 23 maggio si dimette il ministro della Difesa Aldolfo Sarti: il suo nome è tra gli aspiranti iscritti alla loggia segreta. Dimissionari anche i piduisti Giovanni Torrisi, capo di stato maggiore della Difesa, e i capi dei servizi segreti Giuseppe Santovito e Giulio Grassini. Il 26 maggio tocca al presidente del Consiglio Arnaldo Forlani rassegnare le dimissioni. Lo sostituirà il repubblicano Giovanni Spadolini. Nel frattempo, la Corte centrale del Grand'Oriente d'Italia - guidata dal cagliaritano Armandino Corona - processa ed espelle Gelli.

Rizzoli-Corriere della Sera Il 13 giugno Franco Di Bella lascia la direzione del Corriere della Sera. Il suo nome è nella lista P2 assieme a quelli dell'editore Angelo Rizzoli, di Bruno Tassan Din e del banchiere Roberto Calvi, azionista della casa editrice con il 40 per cento delle quote. Si accerta che il programma della P2 era parte del "piano di rinascita democratica" che Gelli spiegò in un'intervista concessa a Maurizio Costanzo - anche lui affiliato alla loggia - pubblicata sul Corriere della Sera il 5 ottobre 1980. Nel testo originale del piano - sequestrato a luglio '82 alla figlia di Gelli, Maria Grazia - si legge: «L'obiettivo deve essere, nei partiti, nella stampa e nel sindacato, quello del controllo delle persone che in ogni formazione o in ogni giornale siano ritenute sintoniche con gli obiettivi del Piano e della creazione di strutture (formazioni politiche e giornali) che se ne facciano strumento di realizzazione. Per il sindacato in particolare, deve essere prioritario l'obiettivo della scissione dell'unità sindacale per poi consentire la riunificazione con i sindacati autonomi di quelle componenti confederali sensibili all'attuazione del Piano». Un colpo di Stato con tutti i crismi.

Arnaldo Forlani ai funerali di Giulio Andreotti (foto Ansa/ Carconi)
Arnaldo Forlani ai funerali di Giulio Andreotti (foto Ansa/ Carconi)
Arnaldo Forlani ai funerali di Giulio Andreotti (foto Ansa/ Carconi)

L'indagine Tina Anselmi, la prima donna a diventare ministra, guiderà la commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2, istituita il 23 ottobre 1981. Conclude i lavori nel 1984. Ecco alcuni passi della durissima relazione conclusiva: «L'ampiezza e la gravità del fenomeno coinvolge, ad ogni livello di responsabilità, gli aspetti più qualificati della vita nazionale. Abbiamo infatti riscontrato che la loggia P2 entra come elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante. (...) Non si è trattato, in tali casi, soltanto del tracollo di due istituti di credito privati di interesse nazionale, ma di due situazioni finanziariamente rilevanti in un contesto internazionale, che hanno sollevato - con particolare riferimento al gruppo Ambrosiano - serie difficoltà di ordine politico non meno che economico allo Stato italiano. In entrambe queste vicende, la loggia P2 si è posta come luogo privilegiato di incontro e centro di intersecazione di una serie di relazioni, di protezioni e di omertà che ne hanno consentito lo sviluppo secondo gli aspetti patologici che alla fine non è stato più possibile contenere. In questo contesto finanziario la Loggia P2 ha acquisito il controllo del maggiore gruppo editoriale italiano, mettendo in atto, nel settore di primaria importanza della stampa quotidiana, una operazione di concentrazione di testate non confrontabile ad altre analoghe situazioni, pur riconducibili a preminenti centri di potere economico. Queste operazioni infine si sono accompagnate ad una ragionata e massiccia infiltrazione nei centri decisionali di maggior rilievo, sia civili che militari e ad una costante pressione sulle forze politiche. Da ultimo, non certo per importanza, va infine ricordato che la loggia P2 è entrata in contatto con ambienti protagonisti di vicende che hanno segnato in modo tragico momenti determinanti della storia del Paese».

I processi Nel 1991 Licio Gelli e altre dodici persone rinviate a giudizio per cospirazione contro lo Stato. Accusa dalla quale il Tribunale lo assolve tre anni dopo. Condannato invece per procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato e, più in là, per depistaggio nel processo per la strage di Bologna in concorso con il generale piduista del Sismi Pietro Musumeci, il colonnello dei carabinieri Giuseppe Belmonte e il faccendiere Francesco Pazienza. Muore il 15 dicembre 2015 a villa Wanda, là dove lo scandalo P2 era deflagrato trentaquattr'anni prima. Si chiude un'epoca: molti segreti (forse) resteranno tali per sempre.
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