La fede non va mai in vacanza. Ed evangelizzare si può, anzi si deve, anche sotto il solleone d'agosto. Ecco perché, da cinque anni a questa parte, la diocesi di Lanusei ha voluto che le notti d'estate venissero dedicate alla riflessione e alla fratellanza tra cittadini d'Ogliastra e ospiti, nel segno della condivisione e dell'accoglienza. Il vescovo di Lanusei, e ora anche di Nuoro, Antonello Mura non ha voluto ridurre il tutto a momenti convinviali, ma ha riservato il palcoscenico dell'anfiteatro Caritas di Tortolì a personalità eccellenti della cultura, della politica, dello spettacolo e dello sport. Non è stato un caso che negli anni scorsi, ad esempio, a parlare di accoglienza sia arrivato in Ogliastra. Pietro Bartolo, il medico che soccorre i migranti sbarcati dai gommini a Lampedusa. Era stata una scelta meditata e vincente invitare a discutere di musica e spiritualità un monumento come Mogol, al secolo Giulio Rapetti, autore di alcune delle più belle canzoni dei migliori interpreti italiani. E questi sono soltanto alcuni esempi che chiariscono quale sia la cifra degli appuntamenti voluti dalla Curia. Anche quest'anno la caratura degli ospiti della Pastorale del turismo che saranno a Tortolì e Nuoro dall'11 al 28 agosto è fuori discussione. Protagonisti - soltanto per citarne alcuni - il vice direttore del Corriere della Sera Beppe Severgnini, l'ex direttore del quotidiano di via Solferino Ferruccio De Bortoli, l'editorialista de L'Unione Sarda Luca Telese, il comico Dario Vergassola, gli eroi del Cagliari dello scudetto Adriano Reginato, Mario Brugnera e Giuseppe Tomasini.

"Credo corretto - esordisce monsignor Antonello Mura - sottolineare l'importanza della pastorale del turismo nelle diocesi di Nuoro e di Lanusei - quest'ultima promotrice di iniziative fin dal 2015 - soprattutto in ordine all'evangelizzazione e all'incontro fraterno tra le persone. Tra le finalità da raggiungere quello di favorire atteggiamenti di accoglienza che, insieme alla promozione di un territorio, permetta la possibilità di intese e sguardo comuni tra istituzioni e privati e tra enti e comunità, con il coinvolgimento di operatori turistici, associazioni di categoria e volontari, e soprattutto di una Chiesa locale che mette a disposizione il suo ricco patrimonio di fede, tradizioni e di cultura". La Chiesa è stata pronta a raccogliere la sfida di una presenza cristiana più incisiva nelle vacanze degli italiani fin dagli albori del terzo millennio. "Nel 2004 - rammenta il vescovo di Lanusei - un Sussidio della CEI dal titolo: Parrocchia e Pastorale del Turismo, dello Sport, del Pellegrinaggio, scriveva: «Attraverso la cosiddetta 'pastorale del turismo', significativa modalità di presenza cristiana in ambito turistico, la Chiesa ha qualcosa da 'dire' al turismo, in modo del tutto originale, in quanto è portatrice di una 'parola' di valore assoluto e di una tradizione di valori che non possono non arricchire di senso l'uomo del turismo, della vacanza e del viaggio».

Ancora prima il Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e gli itineranti aveva stilato gli Orientamenti per la pastorale del turismo (2001), affermando che «la comunità locale deve proporre al turista il patrimonio artistico e la sua cultura, con la chiara consapevolezza della propria identità, promuovendo sinergie che ogni dialogo autentico genera» (n. 9). Con la Laudato si' di Papa Francesco la pastorale del turismo ha riconquistato anche il tema dell'educazione ambientale, perché «l'educazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un'etica ecologica trae il suo senso più profondo» (n. 210).

Nel solco delle indicazioni della Conferenza episcopale italiana, anche la Curia ha voluto insistere sulla Pastorale del turismo. E quest'anno la ha riproposta nonostante l'emergenza sanitaria. Gli aspetti organizativi sono stati curati dal responsabile diocesano per la pastorale del turismo, don Pietro Sabatini, e hanno beneficiato del contributo di esperti della comunicazione sociale. "Le nostre Diocesi e i loro territori - riflette monsignor Mura - quest'anno soffrono non poco a causa di una forte diminuzione della presenza dei turisti, in conseguenza della diffusione dell'epidemia e della paura del contagio. Tutti gli operatori segnalano dati preoccupanti, con la speranza che essi migliorino almeno ad agosto. Questa contingenza ha ovviamente frenato la progettata programmazione delle due Diocesi che, insieme, stavano preparando un ricco calendario di iniziative - con epicentro Tortolì e Budoni - e che ha dovuto subire modifiche anche dopo la rinuncia dell'Amministrazione di Budoni a promuovere manifestazioni pubbliche. La revisione delle scelte ha portato a confermare per la Diocesi di Lanusei un programma articolato, sulla scia di un percorso collaudato, mentre per quella di Nuoro si è scelto un itinerario meno impegnativo, concentrato nei giorni 27-28 agosto". L'Atene sarda vivrà i suoi appuntamenti in prossimità della ricorrenza religiosa più sentita in città. "Alla vigilia della festa del Redentore", annuncia il vescovo di Nuoro, anche grazie alla sensibilità del Comune che concederà degli spazi pubblici accanto alla Cattedrale, la Diocesi proporrà due serate: una di riflessione sulle "dipendenze" e l'altra con un concerto. Tutto questo, in attesa del prossimo anno e con la certezza che le nostre due Diocesi, arricchite da un territorio di rara bellezza, possono e devono programmare incontri e iniziative che abbiano un'impronta ecclesiale e una sensibilità culturale". Monsignor Mura conclude proprio con l'assunto che da sei anni anima l'iniziativa culturale e religiosa. "Siccome la fede non va mai in vacanza - sostiene il presule - e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità d'incontro potrà manifestare pienamente il carattere ospitale e fraterno delle nostre realtà".
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