Un tumore al seno, la chemioterapia, la disperazione legata al rischio di non farcela. Poi la guarigione, la ricostruzione e la nascita di una bimba. È la storia di Giorgia, 35 anni, del marito Mauro e della loro figlioletta.

Giorgia è tra le pazienti di Andrea Figus, direttore della Chirurgia Plastica e Microchirurgia del Policlinico Duilio Casula. "A febbraio del 2017 - racconta la donna - mi sono accorta di avere un nodulo al seno, è iniziato tutto da lì". Ad aprile il primo intervento con una quadrantectomia, seguita da radioterapia. "In quei giorni - spiega - decido di sottopormi a un test genetico dove viene evidenziata una mutazione del gene BRCA 1, che aumenta il rischio dell'80% di sviluppare tumore mammario durante tutto l'arco della vita. Per questo motivo, dopo averci pensato su, opto per una mastectomia profilattica bilaterale, trovando però difficoltà per l'intervento di ricostruzione, in quanto qua a Cagliari mi veniva proposta solamente la ricostruzione con le protesi".

Ecco che, allora, le strade di Giorgia e di Figus si incrociano. "L'ho conosciuto - dice Giorgia - e con lui ho avuto la possibilità di poter fare un altro tipo di intervento che mi avrebbe permesso in un unico tempo di ridurre i rischi dovuti all'inserimento della protesi in una mammella irradiata". L'operazione si basa sulla ricostruzione attraverso i tessuti dello stesso paziente, senza l'utilizzo di protesi.

"Una volta completato il ciclo di radioterapia - sottolinea Figus -, Giorgia è stata sottoposta a un intervento durato 8 ore: le sono state asportate le ghiandole mammarie e contestualmente è stato prelevato il tessuto dall'interno delle cosce (PAP flap bilaterale) per poi ricostruire entrambi i seni, con un risultato positivo sia dal punto di vista clinico sia estetico".

E il 30 ottobre del 2020 è la nata la piccola Margherita. "Si prospettava l'eventualità dell'ovariectomia, uno degli interventi da mettere in atto per la profilassi e per evitare l'insorgenza di nuovi tumori - racconta papà Mauro -. Purtroppo la mutazione espone a una probabilità maggiore di un'insorgenza di tumori a carico dell'ovaio. Avevamo una finestra di tempo molto ristretta e fortunatamente lei è arrivata, non si è fatta attendere".

Una bella storia, diffusa dall'Aou di Cagliari, "che aiuta le persone ad avere fiducia nel futuro e nella medicina".

(Unioneonline/s.s.)
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