Sembrava non dover finire mai, e forse se lo auguravano tutti gli appassionati del tennis. Dopo una maratona da 4 ore e 42 minuti Carlos Alcaraz sconfigge Novak Djokovic (1-6, 7-6, 6-1, 3-6, 6-4), diventando re di Wimbledon a soli vent’anni e due mesi: è la sua seconda vittoria in uno Slam, dopo il successo negli ultimi Us Open.

Una partita straordinaria, giocata a livelli altissimi da due fenomeni dello sport: lo spagnolo inizia col freno a mano tirato, concedendo vita facile a Nole. Dopo il primo set, però, Alcaraz libera il braccio, il livello dei colpi sale e il serbo subisce il contraccolpo.

Il secondo set è una battaglia che si conclude solo al tie-break, nel terzo – dopo un game, il quinto, durato 26 minuti – Djokovic perde lucidità e lo spagnolo va in vantaggio. Il miglior Nole si rivede nel quarto set, ma in quello decisivo Carlito è una sentenza. Strappa il break al terzo game, poi non sbaglia più nulla.

È quasi un passaggio di consegne: Wimbledon, e in generale il tennis, hanno un nuovo re.

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