«Jannik Sinner mi ricorda me. Gioca un tennis ad alto ritmo, cerca di togliere tempo, di soffocare in un certo senso l'avversario. È quello che ho fatto per tanti anni, far sentire il rivale sempre sotto pressione per i tuoi colpi, la tua velocità, la tua presenza in campo. E lui lo fa, quest'anno è stato impressionante, davvero continuo».

Così Novak Djokovic dopo la sconfitta nella finale di Shangai rende omaggio a Jannik Sinner: «Il suo servizio è tremendamente migliorato, è diventato un'arma importante. È aggressivo da fondo e appena ha una palla più corta da attaccare, prende l'iniziativa. È molto solido sia con il diritto sia con il rovescio, non commette molti errori»

«Oggi – continua il serbo - ho fatto il massimo date le circostanze. Non mi sentivo fresco al 100%, ma va dato grande merito a Jannik che ha giocato i punti importanti meglio di me. Ha meritato la vittoria, è stato troppo forte nei momenti chiave».

LE PAROLE DI JANNIK

«Visto l’avversario è una vittoria speciale, Nole è una leggenda dello sport ed è sempre dura giocare contro di lui», ha dichiarato Jannik Sinner, che ha anche tracciato un bilancio di questa stagione (ancora da finire con Bercy, Finals di Torino e Finals di Davis) ed è tornato sul caso della positività al Clostebol.

«Ci sono ancora un paio di tornei da giocare, ma ho avuto tanti successi in quest'anno che è stato anche molto difficile per altre circostanze. Ho perso un po' il sorriso, non è mai facile giocare nella situazione in cui mi trovo, ma ho cercato di godermela il più possibile», ha detto il numero uno al mondo in conferenza stampa dopo il trionfo a Shanghai.

«La situazione in cui mi trovo non è facile, e non vorrei trovarmici - ha proseguito -. Vorrei giocare più libero in campo, provare a divertirmi ancora di più. Sento però di essere forte quando vado in campo, cercando di non pensarci e di rimanere concentrato, di dare il 100%. Sono fisicamente più pronto per giocare al massimo livello possibile per un tempo più lungo. Anche mentalmente sono pronto ad accettare ogni situazione difficile in campo e credo che questo sia il principale passo avanti. Il successo non mi cambierà, né come persona né come giocatore».

(Unioneonline)

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