Il primo ad essere commosso è Massimo Cellino. Il presidente, che per vent’anni è stato al timone del Cagliari, ha raccontato al Corriere dello Sport come ha scoperto Fabian O’Neill e quando decise di portarlo in rossoblù: «Un fenomeno. Quello con più talento che abbia mai avuto. Usava entrambi i piedi indifferentemente. La sua gamba destra, più corta di tre centimetri, fu curata male e quindi imparò a calciare di sinistro. Aveva una forza incredibile, di testa, sui calci piazzati, oggi giocherebbe da titolare nel Psg senza dubbio. Lo vidi in un’amichevole a Punta del Este, ero con Paco Casal a una partita del Nacional durante le vacanze di Natale. Mi lasciò impressionato e lo volli portare al Cagliari. C’era Trapattoni come allenatore».

Racconta al giornale diretto da Ivan Zazzaroni anche di quando si accorse dei problemi con l’alcol del Mago: «Venne nel mio ufficio perché aveva avuto un incidente con l’auto. Gli chiesi “che c.... ci facevi alle 4 del mattino in giro?” e mi rispose “presidente, ho incontrato uno che mi ha detto che saremmo retrocessi, mi sono offeso, l’ho rincorso e per disgrazia gli ho tamponato il motorino”. Invece non era così. Si vedeva che aveva bevuto tanto. Poi ci fu il passaggio alla Juventus? Mi disse che non voleva andar via da Cagliari, ma che sarebbe stato meglio perché c’era troppa gente che lo proteggeva in città. E allora lo feci andare alla Juve, che però non riuscì a cedere Zidane e ce lo lasciò un altro anno in prestito. Ma non fu più lo stesso».

In conclusione un aneddoto: «È l’unico giocatore, forse uno dei pochi, che mi ha fatto un regalo: un orologio da tavolo che conservo ancora. Un giorno rubarono la macchina al magazziniere del Cagliari, lui andò a comprarne un’altra e gliela regalò. Ora è morto in povertà».

(Unioneonline/Lopi)

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