Ore 14.42. Q2 del Gp d'Ungheria. Felipe Massa ha l'ottavo tempo. All'improvviso, alla Curva 4, nel giro di rientro, mentre viaggia a 260 kmh, sembra perdere i sensi, come per un malore. Va dritto, prima esce a sinistra, poi a destra. Le ruote si bloccano a tratti. La F60 vola verso un muro di gomme, le mani restano strette al volante: è strano, i piloti di norma le staccano prima di un impatto per evitare fratture. La Ferrari sbatte, a 192 kmh si saprà, il casco picchia sul volante. La testa resta immobile. E' il panico. Non si capisce cosa sia successo. Attorno una serie di commissari sembrano tranquilli, ma quella testa resta immobile. Arrivano due ambulanze. Il responsabile medico Gary Harstein, belga-americano, ordina una manovra rischiosa. L'estrazione a braccia, senza rimozione contestuale del sedile. Pericolosa, in caso di lesioni spinali. Necessaria, in caso di pericolo di vita. In quel frangente, quel medico pensa che Massa sia in pericolo di vita e vada estratto dall'abitacolo il più in fretta possibile. Il brasiliano però comincia a riprendersi e a rispondere. E' agitato, sotto choc, ma cosciente. Una fotocamera riprende un'immagine da brivido: il casco danneggiato nella parte anteriore sinistra, la visiera rimossa. L'occhio sinistro di Massa è tumefatto, si vede una ferita sul sopracciglio e sulla palpebra. Quello destro è aperto ma vitreo. Spettrale. Felipe viene portato all'infermeria dell'Hungaroring. Lo raggiungono il fratello Dudu e il manager Nicolas Todt. Escono e dicono: "E' ok, ok, ok"; "Sta parlando". Ci va anche Rubens Barrichello. "Volevo che vedesse una faccia amica". Non sapeva ancora, il brasiliano di cui Massa prese il posto in Ferrari, di essere la causa dell'incidente.

L'INCIDENTE. La Brawn Gp stava davanti alla Ferrari. L'ammortizzatore centrale della vettura che sta dominando il mondiale cede all'improvviso ("già il giro primo la macchina ballava", ammette Rubinho), scappa dal telaio. La molla, quasi mezzo chilo, rimbalza tre volte sull'asfalto, dimostrano le riprese ralenty. Che scoprono l'arcano. Quel pezzo metallico va a incocciare sul casco giallo di Massa, che perde i sensi. Ross Brawn resta impietrito ("si è sfilata la cuffia dell'ammortizzatore sul cordolo, non era mai successo prima") mentre si chiarisce il giallo di Budapest. In Ferrari, per quanto permangano alte le preoccupazioni per le sorti di Felipe, in qualche modo tirano un sospiro di sollievo: non è stato un cedimento della F60 la causa, e Massa non ha avuto un malore, come invece sembravano suggerire l'assenza di reazioni, le mani ferme, il cambio senza scalate e il fatto più strano di tutti: i piedi pigiati contemporaneamente, ma debolmente, su freno e acceleratore. Il silenzio successivo per diversi istanti crea panico, poi Felipe si lamenta. Si respira.

MASSA HA RISCHIATO DI MORIRE COME SENNA. Insomma, Massa ha rischiato la fine del brasiliano più famoso di sempre, Ayrton Senna, colpito e ucciso l'1 maggio 1994 a Imola dal braccetto della sua stessa sospensione, dopo il cedimento del piantone dello sterzo della Williams. Jim Clark nel '64 fu colpito al volto a Goodwood da un uccello, si salvò. Helmut Marko a Clermont Ferrand fu centrato da un sasso e perse un occhio. Tom Price in Sudafrica nel '77 fu ammazzato dall'estintore di uno steward che stava attraversando per intervenire su un altro incidente. Henry Surtees, il figlio del mitico John, è morto il 19 luglio scorso a Brands Hatch, in Gp2, colpito da una gomma persa da un'auto che lo precedeva.

SUBITO LA CORSA IN OSPEDALE. Massa viene sedato e intubato e in elicottero vola, accompagnato da fratello e manager, all'ospedale Aek di Budapest. Accertamenti accurati confermano la commozione cerebrale, la lesione ossea sovraorbitale sinistra per la quale viene sottoposto a operazione chirurgica e poi all'osservazione in terapia intensiva. E' salvo, fuori pericolo.

LA FERRARI DOMANI CORRERA' CON UN SOLO PILOTA. Massa fuori dal Gp d'Ungheria. Il suo decimo tempo, perché comunque quello se lo è guadagnato, non lo potrà difendere lui e nemmeno un sostituto. La regola vuole che chi prende il posto di un pilota debba aver fatto almeno un test del weekend di gara. In Q3 non c'era una seconda Ferrari in pista, oltre a quella di Raikkonen. Poco importa.

CONDIZIONI STABILI PER IL BRASILIANO. In attesa di nuovi bollettini medici, lo scenario che sembra delinearsi è tranquillizzante. Stefano Domenicali spiega: "L'operazione è riuscita, domani quando lo sveglieranno, se lo sveglieranno, sapremo definitivamente come è andata. E' stato sfortunato, ma nella sfortuna è stato anche fortunato. Pezzi che cadono a quella velocità diventano proiettili". E il medico personale di Felipe Massa, Dino Altman, prima di partire dal Brasile per Budapest al telefono ha detto che tutte le notizie sono positive. "In una scala da 3 a 15 sui parametri del trauma, ove i numeri alti corrispondono ai dati migliori, Massa si posiziona a 14. E' chiaro che con i traumi cranici bisogna essere prudenti, ma le notizie che abbiamo sono positive".
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