Le toccanti celebrazioni per Claudio Ranieri sono iniziate prima di Cagliari-Fiorentina. Ma se quella al triplice fischio era programmata, quella prima dell'inizio (dove persino l'arbitro Prontera lo ha applaudito) stando alle sue parole non lo era affatto. «Non me l’aspettavo, ringrazio le due squadre: è stata una cosa molto bella», afferma. Poi la partita: «Una bellissima prova, abbiamo fatto tanto e non meritavamo di perdere. Sono soddisfatto che siamo usciti dal campo con una prestazione di spessore da parte dei ragazzi. Mi lascia che abbiamo dato tutto. Abbiamo fatto mezz'ora meravigliosa, poi dopo loro hanno fatto dei cambi che hanno modificato la partita. I ragazzi mi hanno lasciato un bel dolce in bocca, anche se abbiamo perso, perché fino all'ultimo hanno lottato».

L'ultima volta - Con stasera si è chiusa l'esperienza di Ranieri non solo in rossoblù, ma sulla panchina di un club. «Cagliari è la fine di un cerchio», ribadisce. «Se poi capiterà una nazionale, perché sono rimasto scottato dall'esperienza della Grecia, che mi dice qualcosa non vedo perché no. Altrimenti è finita e va bene così: mi devo godere i nipoti, la mia vita e tutto. Però devo ringraziare la gente di Cagliari, che mi ha voluto bene da trentasei anni fa. È stato un onore essere nel mondo del calcio. L'impresa a Leicester? Sì, ma Cagliari è Cagliari».

Non può certo parlare lui del suo successore, ma Ranieri ci tiene a dare una dedica ai tifosi: «Ho fatto il mio lavoro, ma senza il supporto di questo pubblico meraviglioso non ce l'avremmo fatta. Dove si trova un tifo che anche se perdi canta e incita? Questo è tanto per i ragazzi che stanno in campo. L'Europa? Per farla ci vogliono tante cose. La salvezza dev'essere abbastanza, non dimentichiamoci che dalla Serie B sono salite due squadre come Como e Parma che hanno tanti soldi».

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