Pisacane: «Contenti per il passaggio del turno, la Coppa Italia è un nostro obiettivo»
Le dichiarazioni del tecnico dopo la vittoria sul TorinoLa Primavera del Cagliari ha staccato il pass per i quarti di finale di Coppa Italia. La vittoria nella gara secca degli ottavi contro il Torino, grazie alla doppietta di Sulev, ha consentito ai rossoblù il passaggio del turno e ha dato loro ulteriore consapevolezza sul valore della squadra. La soddisfazione del loro allenatore, Fabio Pisacane, è decisamente palpabile: «Siamo contenti di aver passato il turno perché questo era proprio l'obiettivo che ci eravamo posti. È un risultato che ci gratifica perché ci consente tre partite per poter cullare il sogno di arrivare in finale. Se i ragazzi vogliono fare uno step nella mentalità, dato che si gioca ogni tre giorni, penso che sia il minimo passare il turno e fare questo tipo di prestazioni».
Il match di oggi era tutt'altro che semplice. Il Torino, nella passata stagione, ha visto sfumare il titolo ai rigori contro la Fiorentina ed è sempre un avversario ostico da affrontare per tanti motivi, così come ha ricordato il tecnico degli isolani: «Giocare contro il Torino richiede sempre uno spirito di sacrificio doppio, anche perché si incontravano due squadre la cui storia parla da sola, con valori e un grandissimo senso di appartenenza da una parte e dall’altra. Per cui non ricordo partite contro il Torino dove non ci fosse questa intensità». Pisacane non ha fatto i complimenti solamente ai suoi attuali ragazzi, ma anche ai giocatori avuti della passata stagione: «Faccio i complimenti anche ai ragazzi che c’erano la passata stagione, perché se oggi siamo arrivati a fare subito gli ottavi, è per il grande lavoro fatto lo scorso anno che ci ha permesso di arrivare tra le sette teste di serie. Siamo tutti contenti».
Il vero gioiellino della giornata è stato Ivan Sulev che, con due bellissimi gol dal limite dell'area, ha regalato la vittoria ai suoi: «Il tiro da fuori è una soluzione che i giocatori con caratteristiche balistiche come quelle di Sulev devono provare. Lo dobbiamo fare noi allenatori per primi facendogli fare allenamenti mirati a questo tipo di situazioni. Ivan è un ragazzo che, anche vedendo la prestazione di oggi, mi lascia sempre un po’ rammaricato, ma solo perché so le potenzialità che ha e so quello di cui potrebbe essere capace di fare. Mi auguro per lui che questo sia l’inizio di un percorso nuovo, dove si possa veramente coronare il suo 2025». Ma tiri come quelli visti questo pomeriggio sono sempre più rari nel calcio moderno e il mister dei cagliaritani ha spiegato perché: «Il calcio va verso una direzione di “occupazione dello spazio, creazione di connessioni e relazioni”, per usare la terminologia che spesso sentiamo dire dai veri esperti. Il calcio non deve perdere l’essenza di quella che è la bellezza di questo sport».
Ma come ha valutato Pisacane la prestazione messa in campo quest'oggi dal suo Cagliari? «Oggi mi è piaciuta la mentalità, il sacrificio totale da parte di tutti e lo spirito da Cagliari. Mi è piaciuto vedere che ogni pallone conteso tra noi e loro, questo sembrava che scoppiasse. Io penso che una squadra, al netto della bellezza che può far vedere a tratti, dei complimenti che può ricevere, poi debba avere nel dna quello che richiede la società e la storia del club, ma che soprattutto richiedo io. Personalmente mi sono sempre contraddistinto per uno spirito battagliero, non posso accettare primi tempi come quello visto a Lecce».
Se all'inizio della stagione si era parlato come primo obiettivo quello di raggiungere la salvezza tranquilla in campionato, puntando sempre a migliorarsi, questa sfida di Coppa Italia ha aggiunto altri traguardi da raggiungere per Vinciguerra e soci: «La Coppa Italia non può diventare per noi un obiettivo, ma è già un obiettivo. Noi giochiamo tutte le partite come se fossero delle finali, la Coppa Italia ci permette di farne altre due per poter arrivare in finale. Per cui lavoreremo per ottenere il massimo da tutte e due le competizioni. Poi vedremo dove avremo fatto meglio e dove invece avremo fatto meno bene, cercando sempre di migliorarci».
L'abnegazione in campo non è mancata nemmeno oggi, esattamente come non viene quasi mai meno in campionato. Eppure, nonostante questo, i risultati non sempre sono arrivati: «Credo di essere stato molto logorroico con i giovani su questo aspetto, perché abbiamo ripetuto a più battute in che cosa si potesse fare meglio. Dopo la vittoria di Bologna potevamo trovare continuità e invece siamo inciampati nell’1-1 con la Sampdoria. Io penso che noi siamo una squadra che non deve assolutamente mancare nell’atteggiamento. Quando parlo di atteggiamento intendo per esempio i duelli, ma parlo anche di una mentalità costruttiva, non di un atteggiamento che da fuori possa passare per presuntuoso. Non è che se la mia squadra va a Bologna e vince, dopo debba per forza di cose giocare solo con il fioretto». Quali difficoltà ci sono nell'allenare una compagine di giovani e mantenere sempre alte le prestazioni? «Io penso che con i giovani ci sia una criticità maggiore. - ha spiegato Pisacane - Sono io il primo responsabile e devo fare in modo che queste buche non si prendano in futuro. Siamo tutti consapevoli che è un lavoro arduo che richiede tempo, passione, ma soprattutto grandissimo insegnamento verso i ragazzi. Il mio obiettivo e quello della società è di fare un campionato sicuramente importante, ma l’aspetto primario è quello di formare giocatori per la prima squadra».
In chiusura Pisacane ha speso un commento anche per il lungodegente Langella, ormai fuori dal rettangolo verde da diverso tempo: «A me non piace parlare di sfortuna, però in questo caso penso che la situazione non gli sia girata bene. Ha avuto due o tre ricadute, fin qui ha giocato due partite e fatto un gol. In questo momento è ancora fermo, non sappiamo quali siano i tempi e, qualora fossero brevi, non sappiamo come risponderà il suo corpo. Ci affidiamo alla buona sorte».