Ultimo posto con 25 punti, a -3 dal penultimo, occupato ora dalla Fermana, fresca di sorpasso grazie al successo esterno sulla vice capolista Torres, e a -12 dal quintultimo, che per fare i playout – fermo restando che serve risalire almeno al penultimo posto – non deve distare più di 8 lunghezze.

Questa è la situazione dell’Olbia all’indomani della trasferta della 16ª giornata di ritorno di Serie C, valsa ai bianchi la sconfitta col Perugia per 3-0. Una situazione disperata, nella quale solo la matematica non condanna i bianchi alla Serie D. I disastrosi numeri della stagione più buia dal ritorno tra i professionisti, datato 2016, parlano chiaro: con 22 sconfitte, 7 pareggi e 6 vittorie, 58 gol subiti e 22 segnati, l’Olbia è una squadra da retrocessione diretta.

Le vicende societarie – caratterizzate dai contrasti tra i soci di maggioranza di SwissPro e i soci minoritari facenti capo all’ex presidente Alessandro Marino, manifestati a colpi di comunicati stampa, e l’imponente esposizione debitoria emersa alla luce della recente pioggia di richieste di rientro di alcuni creditori, dietro la quale, secondo il nuovo presidente e amministratore delegato Guido Surace, ci sarebbe una precisa regia diretta a mettere in difficoltà il club – non aiutano.

Dopo aver annunciato la revisione dei conti per far luce su presunte anomalie amministrative della gestione precedente, la nuova proprietà assicura di essere al lavoro per sistemare tutto e dare un futuro all’Olbia. Ma intanto la squadra, affidata a Oberdan Biagioni, ha davanti tre finali da non fallire con Pescara (in casa), Pontedera (fuori) e Spal (in casa). Nella consapevolezza che anche i risultati degli altri avranno un peso enorme.

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