Claudio Ranieri mastica inevitabilmente amaro per l'1-1 di stasera, che obbligherà il Cagliari a vincere domenica al San Nicola per tornare in Serie A.

L'allenatore rossoblù però è sportivo nel giudicare i novanta minuti e lungo recupero della Domus: «Se dobbiamo essere onesti il Bari l'ha meritato il pareggio», afferma facendo poi autocritica. «Abbiamo commesso degli errori tecnici nei passaggi, ho cercato di fare cambi ma non siamo riusciti a capire giocate preparate. C'è rammarico, ma anche la consapevolezza che il Bari ha meritato il pari. Nel secondo tempo abbiamo fatto degli errori che di solito non facciamo, non riesco a capire: a volte ci siamo fermati prima andando alla ricerca di un fuorigioco che non c'era. Troppe cose non sono andate bene, però ancora siamo in corsa».

Ancora una volta è un rigore ingenuo a creare difficoltà, quasi in fotocopia con Bari-Cagliari di campionato (lì fu Makoumbou) e altre volte in stagione: «Perché succede tante volte? Non lo so. Mancanza di freddezza, esperienza. È difficile spiegare, se vogliamo anche a Parma ci hanno dato un rigore al VAR per averla sfiorata col braccio».

Altri 90'. Ranieri guarda alla partita di domenica con fiducia: «Non alziamo bandiera bianca. Sapevamo di doverne vincere una, non ci arrendiamo e andiamo lì a Bari consapevoli che sarà una gara molto difficile. Vogliamo andare su come vuole il Bari, questo l'ho detto anche al presidente. Ho comunque fiducia, dobbiamo fare il Cagliari». Sugli acciaccati: «Fatemi vedere come stanno domani mattina Nández e Mancosu, poi vediamo».

Dal dischetto. Ranieri non vuole polemizzare sull'arbitraggio: «I rigori per me c'erano tutti e due. Il trend si cambia sapendo che c'è una partita sola e dobbiamo vincere. Il tocco c'è stato e credo che l'arbitro l'abbia visto. Può darsi che l'arbitro abbia detto che non c'era nessun intervento e al VAR gli abbiano detto che c'era. Se lui però aveva visto che l'aveva toccato ma non era un'entrata sconsiderata da calcio di rigore era giusto andare avanti. Il VAR è opportuno, tutto fa casistica».

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