Ha fatto in tempo a evitare il conflitto e a rientrare a Sassari per giocare di nuovo con la Dinamo. Il pivot croato Miro Bilan era in forza al Prometey, squadra della città di Dnipro, uno degli obiettivi attaccati dall'esercito russo. La squadra prendeva parte al campionato ucraino (era in testa) e alla Champions, dove ha affrontato Sassari battendola due volte ed era vicino ai quarti.

A metà febbraio visto l'inasprimento dei rapporti con la Russia, le formazioni ucraine si sono trasferite nella Repubblica Ceca per continuare a giocare la coppa europea. Racconta Bilan a Dinamo Tv: “C'era preoccupazione, però il presidente ci ha rassicurato che tutto si sarebbe risolto in fretta grazie alla diplomazia, ma non è stato così purtroppo”.

I giocatori stranieri avevano con sé le famiglie, quasi tutti i cestisti ucraini avevano lasciato i propri cari in Patria. “Quando è scoppiata la guerra i giocatori ucraini non dormivano più: stavano sempre svegli ad ascoltare le notizie. Si allenavano col cellulare acceso in panchina. Noi non potevamo confortarli dicendo che sarebbe andato tutto bene, perché vedevamo che niente andava bene, anche se ci sentivamo fortunati perché eravamo andati via proprio prima che iniziasse la guerra”.

Dopo la partita contro il club romeno del Cluj il presidente ha convocato la squadra: “Ci ha detto che eravamo tutti liberi di andare, siamo diventati tutti free agent”. La dirigenza ha infatti voluto utilizzare tutte le risorse economiche che metteva nel club per aiutare l'Ucraina a difendersi.

Bilan spiega: “Ho parlato col mio agente, ho sentito Federico Pasquini, il gm della Dinamo e ho deciso di tornare a Sassari con la mia famiglia, dove sono stato benissimo per due anni. Ho vissuto settimane assurde, folli, è una cosa che non ci saremmo mai aspettati accadesse”.

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