Addio Zignoli, il calcio è in lutto
Stroncato dalla malattia è scomparso ieri a 64 anni nella sua città natale Verona, all'ospedale Borgo Roma dove era ricoverato da metà luglio.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ne avranno di tempo per parlare, adesso, lassù. Giulio Zignoli, terzino sinistro del Cagliari dello scudetto, ha raggiunto il suo allenatore, Manlio Scopigno, quello che - come disse il 64enne difensore veronese in un'intervista - gli aveva rivolto la parola una volta sola in due anni. A lui e a Niccolai, assieme, per la precisione, neppure a lui da solo.
Invece adesso una malattia vigliacca li ha riuniti e per il Cagliari, proprio all'indomani di una di quelle trionfali giornate che ai suoi tempi erano tutt'altro che rare, l'alba è un po' più triste. Scopigno si era staccato dal gruppo in anticipo, ma era diverso. In fondo il Filosofo era sempre stato un po' in disparte, un po' astratto. Ma quel gruppo di granito, che l'aprile scorso si era riunito (tutti, nessuno escluso) per festeggiare il 40° anniversario dello scudetto, era rimasto compatto. Quella festa, invece, resterà irripetibile (come forse aveva intuito Gigi Piras che l'aveva organizzata), irripetibile come lo Scudetto, irripetibile come quel calcio che non c'è più.
Zignoli era il numero 3, quando Nilton Santos e Giacinto Facchetti avevano insegnato che cosa significasse avercelo scritto sulla schiena. Era il terzino sinistro, quello di fascia, ruolo faticoso, ma ricco di possibilità, se avevi i piedi buoni. Lui non si sentiva un fuoriclasse (e da Pretino , come lo chiamavano, non l'avrebbe ammesso), ma i polmoni ce li aveva e su quella fascia si vedeva eccome. Le cifre direbbero che a Cagliari ha avuto un ruolo marginale: due campionati, 26 presenze (una nella prima stagione), nessuna rete. E, per di più, fu tra i pochi a non trattenersi in Sardegna a fine carriera (era imprenditore a Cantù). Ma lo scudetto del '69-'70 gli ha regalato le chiavi dell'immmortalità, almeno tra la gente rossoblù, e la brutta malattia che ad aprile - se l'aveva già - era riuscito perfettamente a nascondere, un triste primato. Ieri pomeriggio è morto nel reparto di Rianimazione dell'ospedale civile dopo un lungo ricovero.
Con Giulio Zignoli se ne va il primo degli eroi dello scudetto, è questa la cosa che fa più impressione. Fino ad aprile, non pensavamo neppure che potesse invecchiare. Per noi era, e a questo punto resterà per sempre, quel ragazzo segaligno, con la maglietta aderente bianca e i bordi rossoblù.
CARLO ALBERTO MELIS