Da poche settimane consulente della nuova proprietà dell’Olbia, Ninni Corda è tornato a lavorare con una squadra sarda dopo un lungo periodo (in panchina e non solo) fuori dall’Isola. Per i galluresi, sconfitti ieri 1-0 dalla Lucchese, la classifica è molto complicata ma la speranza di mantenere la Serie C c’è. «Le persone che ci stanno lavorando hanno grandissima competenza, purtroppo è un’annata maledetta ma mi auguro che tutte le componenti riescano a raggiungere la salvezza», il suo giudizio sui bianchi durante L’Informatore Sportivo su Radiolina. «Olbia è una grande realtà, sarebbe una grande tragedia retrocedere. La SwissPro ha investito una marea di soldi anche sulla città, poi la priorità sono i risultati sportivi». Sull’altra sarda del Girone B, la Torres seconda, l’ormai ex allenatore ora dirigente ha un’idea chiara: «Per me il campionato suo l’ha già vinto, a prescindere da come andranno i playoff che sono sempre un terno al Lotto. Bisogna fare i complimenti alla proprietà, al direttore sportivo Colombino, allo staff tecnico e ai giocatori. Il Cesena è una corazzata, ora deve giocarsela. E poi ha Gigi Scotto: straordinario».

Carriera doppia. Corda è nuorese di nascita, ma i verdazzurri (ora in testa al Girone B di Promozione) non li ha mai allenati. Fra le sue tante squadre ha però guidato chi sta contendendo il primato ai barbaricini, l’Alghero che ieri ha giocato un entusiasmante scontro diretto finito 2-2. «Ho passato due anni meravigliosi ad Alghero, dal 2008 al 2010», ricorda al programma condotto da Lorenzo Piras. «Nel primo subentrai con quattro punti in tredici giornate e ci salvammo senza nemmeno i playout: lo considero come una vittoria di un campionato, un’impresa straordinaria. Nel secondo arrivammo quarti ma, per una penalizzazione di due punti, finimmo sesti senza fare i playoff. Avevamo giocatori come Aresti e Cocco». Ora invece ha un ruolo più manageriale: «Faccio il ruolo di direttore da otto anni, a parte una parentesi dove Felleca mi chiese di andare in panchina a Foggia e vincemmo il campionato, e non penso a tornare ad allenare. Sono molto diretto e cerco di portare risultati a casa: sono stato criticato perché tre anni fa avevo punito i giocatori facendoli allenare alle 6 del mattino, ma chi lavora in miniera lo fa tutti i giorni». Corda chiarisce anche sulle contestazioni ricevute in un paio di esperienze recenti: «Sono questioni dove sono parte lesa e attendo che venga fatta giustizia, perché si è già fatta chiarezza e prima o poi la verità emerge».

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