Il progetto Olbia non decolla. E la panchina di Marco Amelia inizia a traballare
«C’è ancora tanto da lavorare, ma bisogna accelerare i tempi perché il campionato non aspetta»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha ragione Marco Amelia quando dice: «C’è ancora tanto da lavorare, ma bisogna accelerare i tempi perché il campionato non aspetta».
Il grande rammarico
Nel post partita col Guidonia Montecelio, a segno ieri al “Nespoli” 1-0 con un gol di Calì al 94’, l’allenatore dell’Olbia analizza l’evoluzione del match della 3ª giornata di Serie D sottolineando “la grande prestazione” (parole sue) dei bianchi, “per il momento in cui siamo contro una squadra forte”, e “il grande rammarico per un finale che non premia i ragazzi”. Per non parlare del fallo in area su Costanzo, al 20’ del primo tempo, sul quale il direttore di gara ha lasciato correre. “L’ho detto anche all’arbitro che se è rigore netto e sei a 2 metri lo devi dare”, spiega Amelia. “Se fossimo andati in vantaggio su quel rigore avremmo fatto un’altra partita”.
Polveri bagnate
Tutto lecito. Se non fosse che con i “se” e con i “ma” di punti se ne fanno pochi, e per l’Olbia, che contro il Guidonia ha tirato in porta un paio di volte, e alla quale in fin dei conti lo 0-0 contro una delle prime della classe sarebbe andato di lusso, il discorso calza a pennello. Perché poi concedi l’errore, o, per usare le parole di Amelia, “una lettura sbagliata” allo scadere e l’avversario ti punisce, inchiodandoti alla realtà dell’ultimo posto in classifica con un punto in tre giornate e due sconfitte casalinghe, 6 gol al passivo e appena 2 all’attivo. Ebbene sì: di lavoro da fare ce n’è davvero tanto, a maggior ragione se il club ambisce dichiaratamente al ritorno immediato tra i professionisti. Ma l'affermazione vale per tutti.
Anno zero
L’Olbia è una realtà che viene da una brutta retrocessione dopo 8 anni consecutivi in Serie C, risultato di un’annata travagliata caratterizzata da un passaggio di proprietà non proprio tranquillo, i cui strascichi hanno condizionato l’organizzazione della stagione in corso, a cominciare dalla costruzione della squadra e dalla preparazione estiva, partita in ritardo con una rosa di giocatori rivoluzionata e non ancora completa, dal momento che dal mercato Amelia attende ancora rinforzi (“un portiere, un centrocampista e un attaccante d’esperienza”, svela).
Sul banco degli imputati
Però adesso, dopo neppure 2 mesi di lavoro, chi rischia di saltare è Amelia. Dunque le scuse, o meglio “le attenuanti” di una situazione disastrosa, recuperata per i capelli – per cui “è già tanto se l’Olbia è in Serie D”, si sente spesso dire nell’ambiente – valgono per tutti. Tranne che, come da copione, per l’allenatore, che è sempre il primo a pagare.