Ha vinto con  autorevolezza. Senza lasciare spazio a repliche, con un salto granitico come la sua tempra da nuorese genuino. Elias Sagheddu, portacolori della Sisport, domenica scorsa si è laureato campione italiano Assoluto nel salto in lungo in un vivace e gremito stadio Raul Guidobaldi a Rieti. Non solo la vittoria ma anche il nuovo personale di 7,75 che lo proietta in una nuova dimensione. Un titolo inseguito per lungo tempo, frutto di sacrifici e allenamenti giornalieri, che hanno portato l’ingegnere strutturista nuorese – che in questi ultimi otto anni ha vissuto a Torino per motivi di studio e di lavoro – a salire sul tetto d’Italia.

La sua è stata una gara decisa, di quelle dove si è ben consapevoli di giocarsi qualcosa di veramente importante: esordio a 7,37, poi due salti nulli. Il quarto è il salto decisivo che segna per l’appunto 7,75, accanto a lui il suo tecnico Francesco Crabolu esplode in un grido di gioia, i due si abbracciano. Gli avversari capiscono che sarà difficile superare questa misura che, di fatto, decreterà la vittoria di Sagheddu. Un talento purissimo dell’atletica sarda, venuto fuori già dalle categorie giovanili, in cui si è sempre dimostrato tra i migliori interpreti del lungo a livello nazionale.

 “Ho svolto tutti gli allenamenti a Nuoro, tolto l’ultima settimana in cui sono tornato a Torino’’, racconta.  “La vigilia non è stata facile, venivo da un infortunio rimediato il 15 maggio che mi ha portato a stare fermo quasi un mese. Ma non mi sono arreso: ho svolto la riabilitazione, ho cercato di mantenere per quanto possibile la condizione fisica, una volta ripresi gli allenamenti le sensazioni erano buone. Sapevo di stare meglio rispetto alle Indoor, dove ho colto il quarto posto, e di poter dire la mia’’. Sagheddu la sua l’ha detta, eccome, andando a conquistare il metallo più prezioso. La consacrazione ambita da ogni atleta, la massima aspirazione ottenuta dopo anni non facili dove conciliare atletica ad alti livelli e tutto il resto non è stato compito facile. Ma la determinazione è quella tipica dei nuoresi e nulla viene precluso in tal caso.

 “Sono felicissimo, è difficile da spiegare quello che sto provando’’, conclude.  “Ho sempre creduto in questo titolo e ora che è arrivato quasi mi fa strano. Ora un po’ di riposo, poi penseremo alle prossime gare: ho ancora fame di miglioramenti, voglio continuare a crescere cercando di dare il meglio di me’’.

© Riproduzione riservata