Il turno infrasettimanale della A2 femminile di basket regalerà, alle 18 di domani, l’atteso è più sentito che mai derby sardo tra Techfind Selargius e Cus Cagliari. Le due portacolori isolane sono entrambe a caccia di punti fondamentali per centrare i rispettivi obiettivi e, a due giornate dal termine della stagione regolare, quello del PalaVienna sarà un match determinante.

Le giallonere selargine, settime a quota 26 punti, sono reduci dalla sconfitta sul parquet della capolista Empoli e cercheranno di conquistare i due punti in palio per confermare, con una giornata d’anticipo, un posto nella griglia playoff per la terza stagione consecutiva. Le universitarie, penultime a quota 8, dovranno giocarsi il tutto per tutto perché una vittoria consentirebbe loro di lasciarsi alle spalle il Roseto, a pari punti col Cus ma relegato all’ultimo, scomodissimo posto che condanna alla retrocessione diretta. Le cussine, dunque, dovranno provare a conquistare la posta per non doversi preoccupare del match che, il 7 aprile, vedrà le Panthers Roseto affrontare l’Ancona, attualmente quintultima.

I commenti. “Per noi il derby sarà una partita fondamentale, vincere significa avere la certezza matematica di giocarci i playoff. Sarà un test importante anche perché il Cus ha assoluto bisogno dei due punti. Si prospetta quindi una vera e propria battaglia, un antipasto dei playoff, dove ogni singolo possesso sarà fondamentale e il pallone peserà parecchio. Sono convinto che le mie giocatrici sapranno farsi trovare pronte”, ha commentato il coach selargino Simone Righi.

“C’è bisogno di consapevolezza, la pressione c’è e si sente, ma va gestita. Personalmente ho sempre scelto la strada della verità, nel bene o nel male, senza fuggire. Serve la vittoria, tanto a noi quanto al San Salvatore. Queste partite sono sicuramente sentite da società e tifosi,  l’aspetto psicologico è importante, ma non dobbiamo dimenticare che, in fin dei conti, è una partita che vale due punti, così come tutte le altre”, ha sottolineato Erika Striulli, capitana e faro del Cus Cagliari. “Servirà coraggio, vedremo quanto ne avremo. Per concretizzare le buone prestazioni ci manca ancora maturità, nel gruppo ci sono ragazze molto giovani che non sanno come si vince e come ci si allena, ogni giorno, per costruire una mentalità vincente. Alcune forse ci arriveranno, altre no. Trasformare atlete abituate a perdere in atlete vincenti è stata la sfida più grande che, a mio avviso, la società e lo staff si sono prefissati. Adesso servono risposte chiare e nitide sul campo da parte delle giocatrici. In qualche occasione è mancata anche un po’ di fortuna”.

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