Già durante l’anteprima mondiale al Festival di Cannes, il controverso “The Apprentice” di Ali Abbasi ha fatto parecchio discutere. Incentrato sulla vita del politico e imprenditore Donald Trump - quando negli anni ‘80 puntava ad ampliare il suo patrimonio immobiliare al fianco dell’avvocato Roy Cohn - il titolo ha impressionato fin da subito gli spettatori, suscitando sgomento soprattutto per una scena in cui l’ex presidente abusa della prima moglie Ivana Trump. Con immediata replica, il tycoon ha rivolto minacce esplicite al director e ancora adesso tenta di bloccare l’uscita del film nelle sale.

Anche di fronte alle intimidazioni, Abbasi ha dimostrato di prendere la situazione col giusto distacco, affermando lo scorso maggio che le prossime elezioni presidenziali potrebbero addirittura servire da spinta alla promozione del film: «Abbiamo questo evento promozionale, le elezioni americane con noi, quindi speriamo che il film possa uscire a settembre». E per quanto riguarda le aggressioni ricevute, ha commentato: «Se fossi Trump, ora me ne starei seduto nel mio ufficio in Florida o a New York pensando: ‘questo idiota iraniano liberal si fotta, è una cospirazione contro di me’. Lui è ossessionato, ma se vedesse il film non penso che lo disprezzerebbe, credo che sarebbe sorpreso. Sarei felice di incontrarlo e parlare con lui della mia opera».

Sulla genesi del titolo, Abbasi ha chiarito di non esser stato concepito con l’intento di screditare la figura di Trump, ma di mostrare cosa avviene quando i meccanismi del potere agiscono sulla politica: «Non è un film su Donald Trump, è un film sul sistema e su come il potere agisce sul sistema. Roy Cohn era un esperto nell'usare questo sistema. Se c'è una ideologia che sottende il film è l'ideologia umana».

Come accennato, dopo la standing ovation di oltre undici minuti ricevuta dalla critica a Cannes, “The Apprentice” ha scatenato la pronta risposta del tycoon, che dietro un portavoce ha minacciato immediate ripercussioni legali contro i responsabili del film: «Presenteremo un'azione legale per rispondere alle affermazioni palesemente false di questi finti registi. Questa spazzatura è pura finzione che sensazionalizza bugie che sono state a lungo sfatate. Come nel caso del processo illegale a Biden, si tratta di un'interferenza elettorale da parte delle élite di Hollywood, che sanno che il Presidente Trump riconquisterà la Casa Bianca e batterà il loro candidato preferito perché nulla di ciò che hanno fatto ha funzionato».

I tentativi di fermarne la distribuzione per il momento non hanno avuto esito positivo, e la pellicola punta ancora a debuttare in prossimità delle elezioni americane. Programmata per l’11 ottobre, contro la sua uscita si schierano in particolare i finanziatori di Kinematics, la società d’investimenti cinematografici presieduta dal miliardario Dan Snyder che a sostegno di Trump ha criticato soprattutto la scelta d’inserire la scena dello stupro nel montato finale.

Come riportato da Deadline, l’obiettivo al momento è quello di trovare un accordo tra le parti in causa e permettere al titolo, se non altro, di presentarsi ai prossimi festival cinematografici. Oltre a quello americano, per ottobre è attesa inoltre la distribuzione nei mercati internazionali, si attendono perciò sviluppi e conferme anche in questa direzione. Con protagonista Sebastian Stan, il Winter Soldier della Marvel pronto a debuttare il prossimo anno anche nel cinecomic “Thunderbolts*”, il lavoro per calarsi nei panni del protagonista è stato alquanto travagliato, richiedendo mesi d’impegno assoluto e una dedizione ai limiti dell’ossessivo: «Per prepararmi al ruolo ho vissuto con lui per mesi, ascoltavo tutti i suoi discorsi nel telefonino, ero ossessionato tanto che a un certo punto ho cercato di distanziarmi». Sui buoni propositi per l’uscita del film, la star ha dichiarato: «Credo che stia al pubblico guardare il film e trarre le proprie conclusioni. Sono un attore e ho la fortuna di collaborare con registi così talentuosi. Dobbiamo raccogliere la sfida, dobbiamo avere una prospettiva, confrontarci su cosa sta accadendo nel mondo. Credo che da questo film ci sia molto da imparare».

© Riproduzione riservata