Sylvester Stallone ha citato in giudizio la Warner Bros per frode.

Secondo l'attore, la società avrebbe ripartito "in modo poco limpido, scorretto e intenzionale" i proventi del film "Demolition Man", uscito nel 1993.

La denuncia è stata presentata alla corte di Los Angeles dalla società di produzione di Stallone, la Rogue Marble.

La pellicola avrebbe incassato almeno 125 milioni di dollari al botteghino, e in base al contratto stipulato con la Warner, l'attore avrebbe avuto il diritto di trarne almeno il 15 per cento per sé.

La star di Hollywood avrebbe sollevato la questione anche nel 2014, ma la casa di produzione aveva fatto sapere di non essere disposta a pagare alcunché.

Quando la Rogue Marble ha chiesto spiegazioni, nel 2015 a Stallone era stato recapitato un assegno di 2,8 milioni di dollari. Nonostante ciò, l'attore e la sua società di produzione sono convinti che le spettanze siano decisamente più alte.
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