Se pensiamo al nome di Quentin Tarantino, quasi certamente il primo titolo che sorgerà alla mente sarà quello di “Pulp Fiction”. Il capolavoro del 1994 divenuto un cult senza tempo - che ha ridefinito sul grande schermo il significato del termine “pulp” con una miscela inedita per l’epoca di crimine, violenza e inaspettato umorismo - ha dato vita a personaggi rimasti indelebilmente impressi nella storia della settima arte, come l’iconico duo di gangster interpretato dagli eccezionali Samuel L. Jackson e John Travolta, la sensuale Uma Thurman nei panni di Mia Wallace, senza dimenticare Bruce Willis che impersonando il pugile Butch sfugge alla malavita losangeliana tra sparatorie e colpi di katana. Ancor oggi ritenuta da molti la più grande opera del cineasta, “Pulp Fiction” ha seguito l’eco del precedente “Le Iene” per consacrare Tarantino a punto di riferimento imprescindibile nel cinema contemporaneo, con la Palma d’Oro a Cannes e l’Oscar per la miglior sceneggiatura nel 1995, oltre alle varie candidature tra cui quelle per il miglior film e la miglior regia.

Fra gli altri prestigiosi riconoscimenti, “Pulp Fiction” è stato considerato tra i cento miglior film americani mai realizzati secondo l’American Film Instituite e tra i cinquecento migliori film della storia per la rivista Empire. A distanza di trent’anni esatti, il cast stellare che ha fatto la fortuna della pellicola si è riunito a Los Angeles per festeggiare il suo trentesimo anniversario, sfilando sul red carpet del 15th annual TCM Classic Film Festival ad Hollywood. Oltre ai già menzionati Travolta, L. Jackson, Thurman e Willis, han preso parte all’evento il veterano del cinema Harvey Keitel - indimenticabile nei panni di Wolf il “risolutore di problemi” - e gli interpreti Rosanna Arquette, Phil LaMarr, Julia Sweeney, Frank Whaley ed Eric Stoltz. Dalle varie condivisioni sui social dei moltissimi scatti che immortalano le star, scopriamo che anche Tallulah Willis - figlia di Bruce Willis - ha voluto partecipare ai festeggiamenti. Curioso notare che la terzogenita, nata dal rapporto di Willis con l’ex moglie Demi Moore, ha pubblicamente omaggiato il padre indossando un cappellino con su scritto il nome “Bruce”. Ricordando le emozioni incredibili provate sul set in quel lontano 1994, colpiscono le recenti dichiarazioni che l’attrice Rosanna Arquette ha rilasciato a People, aprendosi in particolare su cosa ha significato per lei lavorare al fianco di un regista come Tarantino: «All'epoca delle prove sapevamo che stavamo lavorando con un grande regista, ma non ci rendevamo conto di quanto sarebbe diventato enorme”. E insieme a lei, anche l’attore Eric Stoltz non ha perso occasione per elogiare pubblicamente il cineasta: “(Tarantino) ha creato il suo miscuglio di generi che ha sorpreso le persone, e Pulp Fiction è stato il primo del suo genere. Ovviamente sarei disponibile a lavorare di nuovo con lui. È il più divertente di tutti sul set, non potete immaginare».

Fra le tante curiosità, è comunemente noto l’amore non ricambiato di Tarantino nei confronti del compianto Jean Luc Godard, autore della Nouvelle Vague considerato tra i massimi esponenti del cinema di tutti i tempi. Proprio il cineasta francese tempo fa si espresse negativamente sull’opera del collega americano, definendo “Pulp Fiction” un titolo che “manca di verità”. La notizia è giunta in vita traversa da Molly Ringwald, nota attrice comparsa nel “Re Lear” di Godard, riportata su un saggio del New Yorker dove si svela che all’epoca dell’uscita il regista le confessò di aver trovato il film “non autentico”. Parlando invece delle più recenti rivelazioni emerse durante la proiezione per i 30 anni del film, John Travolta ha ricordato il primo incontro con Tarantino. Dopo aver trascorso del tempo nel suo appartamento, Travolta si è chiesto: «Ok, non conosco questo ragazzo, ma devo sapere come se la cava finanziariamente. Così gli ho detto: ok, ora sei un artista emergente, devi avere qualche riserva. Dimmi quanto hai. Ho analizzato la sua contabilità e tutto il resto, e dopo mi sono sentito un po' meglio». Una richiesta tanto diretta avrebbe permesso a Travolta di accaparrarsi il ruolo da co-protagonista. Alla domanda sul perché avesse scelto lui, Tarantino gli rispose: «Hai questo punto di vista filosofico, così lo chiamo, che mi serve per quel personaggio. Voglio che sia riflessivo su qualsiasi cosa abbia vissuto».

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