Dopo un successo come “Barbie”, Greta Gerwig può ormai considerarsi accolta a porte spalancate dal mondo di Hollywood. Con ben sette nomination agli Oscar, e il merito di esser diventata la prima donna nella storia del cinema a realizzare un film che ha superato oltre il miliardo di dollari d’incasso, l’acclamata cineasta non ha serbato rancore per la mancata candidatura come miglior regista, spegnendo le polemiche sui social che hanno preceduto la notte del 10 marzo e preparandosi al prossimo progetto senza incappare in ulteriori distrazioni.

Attualmente è alle prese col reboot de “Le Cronache di Narnia”, la serie cinematografica tratta dal capolavoro fantasy del XX secolo di C.S. Lewis che a partire dal debutto nel 2005 ha saputo conquistare le attenzioni di pubblico e critica con una trilogia ancora oggi tra le più acclamate nella categoria. Stipulando un accordo insieme a Netflix prima ancora che il film sulla bambola Mattel vedesse la luce, Gerwig s’impegnerà a dirigere almeno due titoli del franchise. L’opportunità crea già notevole aspettativa poiché la director apprezza fin da giovane le storie ambientate nel mondo di Aslan, e dimostra un legame molto stretto con l’opera originale.

In una sua recente intervista, scopriamo anche le pressioni che un progetto di tale portata obbliga a dover gestire: «Sono leggermente in uno stato di terrore perché adoro realmente Narnia. Ho amato così tanto la saga da ragazzina. E ora che sono adulta, sono intimidita nel realizzare il progetto. Si tratta di qualcosa per cui vale veramente la pena essere intimorita. Non essendo poi britannica, sento particolarmente la pressione di volerlo realizzare in modo corretto... Penso sia come quando gli americani fanno Shakespeare, c'è un leggero sentimento di riverenza e forse dovremmo trattarlo con ulteriore attenzione. Non è del nostro paese».

Stando all’ultima newsletter di Matthew Belloni “What I'm Hearing”, il rifacimento de “Le Cronache di Narnia” uscirà solo sul servizio streaming di Netflix, mancando così l’appuntamento al cinema. La decisione sembra esser stata presa in modo fermo dai dirigenti della piattaforma, e a poco sono servite le insistenze della director che non ha nascosto per questo la propria delusione. Una visione comune pare invece esserci stata sulla selezione del cast: insieme alla scelta di Louis Partridge per un ruolo ancora sconosciuto, scopriamo da Deadline che tornerà a collaborare con Gerwig la giovane Saoirse Ronan, dopo la fortunata partnership nel precedente “Lady Bird”.

Con l’inizio della produzione attesa per questo autunno, ancora non si hanno notizie su quale romanzo di Lewis verrà adattato per primo, ma è lecito supporre che almeno uno dei film riguarderà “Il leone, la strega e l’armadio”, considerata la fama che lo precede. Sempre per ciò che riguarda gli attori, ma da un punto di vista diverso, c’è chi ha parlato del reboot anche tra i protagonisti della vecchia trilogia. Intervistato per conto di Bleeding Cool, William Moseley si è detto scettico sulla possibilità di ricoprire nuovamente un ruolo nel franchise, rassegnato ormai a lasciarsi dietro le spalle l’esperienza vissuta nei panni di Peter Pevensie: «Non faccio più parte di quel mondo, il che a volte mi rende triste perché amo il mondo di Narnia. È come se fossi in Star Wars e potessi vedere com'erano gli Stormtrooper». Pur consapevole di quanto sia improbabile un suo ritorno, l’attore non nasconde il desidero di poter visitare il set appena capiterà l’occasione: «Sei un po' come un bambino quando sei sul set, quindi mi piacerebbe andarci anche solo per vedere com'è e cosa stanno costruendo. Spero che me lo permettano insieme ad Anna, Georgie, Skandar e Ben».

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