Sarà anche uno stereotipo, ma è proprio vero che le sorprese inaspettate sono quelle più belle. E la soddisfazione di veder vincere "La stoffa dei sogni" di Gianfranco Cabiddu come miglior film dell'anno ai Globi d'oro assegnati dalla stampa estera in Italia è enorme e lascia un dolce sapore in bocca.

Un aroma che non credevi di poter gustare. "Solo esser stati nominati è un onore", ha più volte ripetuto Cabiddu nelle scorse settimane, ben consapevole della spietata concorrenza di pellicole commercialmente più forti e note al grande pubblico - da La pazza gioia di Paolo Virzì a Fai bei sogni del maestro Bellocchio, passando per La tenerezza di Gianni Amelio e l'acclamato Indivisibili di Edoardo De Angelis.

Eppure, il piccolo gioiello controcorrente di Cabiddu ce l'ha fatta. Dopo lo storico David di Donatello per la migliore sceneggiatura adattata, La stoffa dei sogni conquista ora la critica straniera che lo premia per la magnifica trasposizione del verso di Shakespeare "Tutto il mondo è un palcoscenico… uomini e donne sono soltanto attori".

I riflessi del teatro sulla realtà in un posto sperduto dove nulla è quello che sembra, tra personaggi improbabili ma densi di esistenza. Un film che ricompone il puzzle rimettendo al loro posto colpa, vendetta, riscatto e perdono. Quella di Cabiddu è un'opera di profonda universalità pur muovendosi agile nelle traiettorie del singolare, trasfigurando Shakespeare con la verve di De Filippo, giocando di gesto e lingue tra parole magiche e identità arcaiche in una natura sarda incontaminata che serve, silenziosa, da imperante scena sacra.

Il film era meritatamente candidato anche per la Migliore fotografia del bravissimo Vincenzo Carpineta, ma il riconoscimento è andato a Daria D'Antonio per La pelle dell'orso. Tra poche ore a Roma si terrà la cerimonia ufficiale di premiazione e la Sardegna, grazie a Gianfranco Cabiddu, questa volta salirà sul podio da assoluta protagonista.

Marco Cocco
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