I consigli di Luca Guadagnino: «A Natale riguardatevi il Padrino III»
L’acclamato regista ha rivelato le sue pellicole favorite e quelle che, invece, non lo appassionanoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Accanto a nomi come Stefano Sollima e Paolo Sorrentino, che hanno valicato i confini nazionali attirando ulteriore consenso nel mercato estero, un cineasta italiano con cui da un po’ di anni tutte le star internazionali aspirano a collaborare è senza dubbio Luca Guadagnino. Classe 1971, nato da padre siciliano e madre algerina, il director ha avviato la sua carriera alla vigilia degli anni 2000, instaurando in breve tempo uno scambio professionale con l’attrice britannica Tilda Swinton e accogliendo a ogni nuovo appuntamento nomi sempre più altisonanti all’interno dello star system: da Ralph Finnes, ad Armie Hammer a Dakota Johnson; senza ovviamente dimenticare Timothée Chalamet, che per la sua interpretazione in “Call me by your name” è salito in cima tra le nuove promesse di Hollywood. Ancor più di recente, Guadagnino ha diretto i giovani Zendaya e Josh O’Connor nell’avvincente “Challengers”, e ha da poco presenziato alla Mostra di Venezia con l’anteprima del suo ultimo “Queer”, al fianco della star di “007” Daniel Craig.
Tra i riconoscimenti nei festival più prestigiosi, il regista può vantare una nomination agli Oscar per il miglior film, la vittoria del Leone D’Argento a Venezia nel 2022 e ben quattro candidature alla prossima edizione dei Golden Globe.
Al momento lo troviamo alle prese col completamento del suo decimo lavoro intitolato “After The Hunt”, atteso nel 2025 e con protagonisti Andrew Garfield e Julia Roberts. Con alle spalle un gran numero di successi e un alto grado d’attenzione mediatica, Guadagnino ha colto spesso l’occasione per parlare di cinema ed esprimere i suoi giudizi sulle opere di altri cineasti.
In una recente intervista per Sing and Sound, ha rilasciato alcuni consigli sui titoli da recuperare in occasione delle festività natalizie. Rievocando un classico senza tempo, Guadagnino suggerisce il rewatch de “Il Padrino - Parte III”, ritenendolo non solo un film estremamente sottovalutato, ma perfino il migliore di tutta la trilogia. Esponendo le proprie impressioni, ha affermato: “Quest'anno guarderò sicuramente Il Padrino - Parte III. Per me, è il miglior film della trilogia. La Parte II è troppo perfetta e Il Padrino è troppo leggendario. Ma la Parte III ha l'ambizione di un uomo che ha fatto tutto, ma che affronta anche la fragilità di chi sta entrando in una fase più matura della propria vita, in un lavoro che è ormai tutto esaurito. È un film intriso di una malinconia struggente... Ha delle somiglianze con un altro dei miei film preferiti, The Dead di John Huston”.
Sostenendo inoltre che la visione del film si adatti alle sue consuetudini natalizie, ha aggiunto: “Il mio Natale è solitamente abbastanza silenzioso: non abbiamo una grande famiglia e non siamo molte persone. È bello godersi il silenzio invernale e immergersi in un film come questo. Ho il tempo per farlo, senza telefonate o lavoro che disturba. La durata del film - 2 ore e 42 minuti - è perfetta per questo momento di pausa. Però, vi consiglio di guardare la versione originale del 1990, non la rielaborata da Coppola: quella è un capolavoro”.
Su altri titoli premiati agli Oscar e campioni d’incassi come “La La Land”, il cineasta ha segnalato invece il suo dissenso. In un’intervista del 2017 pubblicata prima dell’uscita di “Call me by your name”, ha elencato i titoli del 2016 più meritevoli e quelli invece, a suo avviso, più deludenti. Partendo da “The Revenant” di Alejandro Iñárritu, lo ha definito “molto brutto”; su “Youth” di Paolo Sorrentino ha detto: “Michael Caine nel sanatorio svizzero. Orrendo”; su “The Lobster” di Yorgos Lanthimos ha dichiarato invece: “Terribile. Troppo cinico. L'ho odiato!”; e il già citato “La La Land” di Damien Chazelle lo ha etichettato come un film “pessimo e smielato”.
Tra quelli che invece hanno saputo attirare il suo consenso si ricordano “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino e “Moonlight” di Barry Jenkins, quest’ultimo ritenuto “molto appassionato”. Tra le altre novità che interessano il regista c’è quella del suo coinvolgimento nel rifacimento di “American Psycho”, film del 2000 con Christian Bale tratto dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis. Attualmente in fase di sviluppo per conto di Lionsgate, il titolo avrà come protagonista nel ruolo di Patrick Bateman la giovane star Austin Butler, apparso di recente in “Elvis” di Baz Luhrmann e in “Dune - Parte 2” di Denis Villeneuve.